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Diritti aeroportuali: due mesi all'Italia per adeguarsi

di Stefania Galvan

La Commissione europea chiede a Italia, Austria, Germania e Lussemburgo di conformarsi alle norme sui diritti aeroportuali per renderli più trasparenti e non discriminatori. La richiesta, che rientra nell'ambito dei procedimenti di infrazione dell'Ue, prevede che i 4 stati comunichino, entro un periodo di due mesi, le misure adottate per recepire le disposizioni pertinenti di diritto dell'Unione europea; in caso contrario, la Commissione si rivolgerà alla Corte di giustizia. Al momento sono 19 gli stati membri che hanno pienamente recepito la direttiva. "Un'attuazione non adeguata della direttiva potrebbe comportare, per i passeggeri, costi più elevati rispetto al dovuto per i loro spostamenti in aereo - spiega una nota Ue -, sia all'interno dell'Unione europea, sia per i voli a lungo raggio in partenza dall'Ue". La direttiva, di marzo 2009, chiede che i diritti aeroportuali imposti ai vettori dell'Unione "siano calcolati sulla base dei principi della trasparenza e della non discriminazione e siano oggetto di consultazioni periodiche come stabilito dall'Icao".

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