Ultimo aggiornamento alle 08:06
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Una, nessuna, centomila Ryanair
I 25 anni che hanno cambiato la storia

di Lino Vuotto

Alzi la mano chi non ha mai avuto bisogno di un volo Ryanair. Sono passati 25 anni da quando una compagnia aerea semisconosciuta atterrò per la prima volta sul suolo italiano, in quel di Treviso proveniente da Londra, mostrando dal vivo una livrea bianca blu e oro mai vista prima. Una meteora tra le tante, avrà pensato qualcuno allora, senza sapere che di lì a pochi anni Ryanair avrebbe sancito la vera rivoluzione del trasporto aereo, anche in Italia, dove oggi, come ha scritto il direttore di TTG Italia Remo Vangelista su questa agenzia di stampa, “non si può fare a meno di Ryanair”, perché la low cost è “indispensabile” con la sua rete infinita di rotte attraverso la quale quest’anno potrà vantare, sempre limitandoci alla Penisola, 50 milioni di pax.

Il trade
Di Ryanair, dunque, oggi non se ne può fare a meno nonostante risulti la compagnia per qualche verso più contraddittoria dell’intero panorama del trasporto aereo. E lo sanno bene anche gli agenti di viaggi, che da sempre ne combattono i metodi, considerati discriminatori nei loro confronti, ma che alla fine, come loro stessi ammettono, diventa l’unica soluzione di fronte ad alcune richieste dei clienti. Più volte, soprattutto in Italia, ci sono stati tentativi di trovare un punto di incontro, uno spazio dedicato che ne riconoscesse l’utilità, senza però mai andare oltre la creazione del portale gruppi. Troppo distante la posizione estrema nella sua visione di low cost da potere accettare compromessi con il trade.

Policy bagagli
E alzi la mano chi non è impazzito almeno una volta cercando di districarsi nel famigerato labirinto delle regole per i bagagli a mano o per i bagagli in generale. Una babele di misure, opzioni, se e ma, cambiata più volte nel tempo, con buona pace dei clienti. Non solo: nel tunnel di questo nuovo modello Ryanair ha portato anche i competitor, low cost e major, senza distinzione, nel momento in cui vendere biglietti non era più sufficiente e si rendeva necessario andare alla ricerca di altre fonti di guadagno. Come, appunto, Ryanair stava mirabilmente insegnando.

Un nuovo modello
Una scalata lunga 25 anni, quindi, per arrivare a prendersi una leadership (in termini di passeggeri) indiscussa in Italia come in Europa e prospettive di crescita, a colpi di decine di nuovi aerei, con numeri che fanno paura. Ma soprattutto 25 anni all’insegna di: “Nel bene o nel male, basta che se ne parli”, con un maestro indiscusso in questo campo come il suo ceo Michael O’Leary, capace di ogni cosa, dal travestirsi da Papa al lanciare l’idea del viaggio in piedi oppure della toilette a pagamento. Boutade che non hanno mai avuto seguito, ma che sono rimaste nella storia del settore.

Il lungo raggio
Se proprio si vuole trovare un ostacolo che la low cost irlandese non è mai riuscita a superare sicuramente bisogna guardare ai voli low cost a lungo raggio. Un sogno da realizzare a un certo punto della sua storia, che si è scontrato prima contro l’assenza a breve termine di aerei adatti e poi contro la realtà del modello Ryanair, come ha spiegato ancora O’Leary: nello stesso tempo in cui un aereo della flotta farebbe un solo volo andata e ritorno, un altro ne farebbe almeno 5 point to point in Europa. La regola per guadagnare.

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