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Vettori, corsa a ostacoli
Un altro lungo inverno

di Lino Vuotto

Terminato il periodo di sollievo delle festività natalizie, che purtroppo si è rivelato inferiore alle attese a causa dell’esplosione dei contagi in Europa per la variante Omicron, per le compagnie aeree europee si apre il secondo inverno più difficile di sempre. Nessuno spettro di lockdown all’orizzonte, ma è evidente che la diffusione del virus sta scoraggiando i movimenti siano essi leisure o business e i vettori devono ricominciare a mettere in moto la macchina dell’emergenza per affrontare a muso duro tre ostacoli su tutti: crollo delle prenotazioni, questione slot, lungo raggio ancora assente.

Calo della domanda
Sull’andamento del traffico il paragone con il 2020 fa emergere una differenza quasi abissale e il termometro di Eurocontrol segnala che pur in una fase di stagnazione il mercato riesce ancora a rimanere vicino al 70 per cento dei movimenti di inizio 2020 (quindi sempre pre pandemia). Quello che emerge al momento è che le compagnie stanno scegliendo la strada della prudenza, puntando su una riduzione sostanziale dell’offerta (si va dal 10 al 30 per cento) razionalizzando frequenze e rotte piuttosto che puntare su offerte speciali a pioggia.

Le casse sono al limite ed è difficile sperare in nuovi aiuti di stato, per cui meglio non rischiare e non dovere incappare nuovamente nel vortice dei rimborsi per le cancellazioni. Lo dimostra anche l’atteggiamento delle low cost: lo scorso anno assistevamo a colpi di prezzi stracciati anche sotto i 5 euro oppure prendi due e paghi uno, mentre ora sui portali delle low fare nessuno si azzarda a proporre tariffe sotto i dieci euro. Non a caso anche Ryanair, il cui ceo Michael O’Leary fino a inizio dicembre diceva di non avere alcuna intenzione di ridurre l’offerta, alla lunga ha dovuto cedere tagliando il 30 per cento dell’offerta a gennaio. Poi si vedrà.

I voli fantasma
C’è poi la questione spinosa degli slot e dei voli fantasma, portata alla ribalta del mercato dal ceo del Gruppo Lufthansa Carsten Spohr durante la presentazione della programmazione invernale con il taglio di 33mila voli. Oltre a questi, aveva fatto notare, dovremo metterne in conto 18 senza passeggeri per salvare gli slot, fondamentali per quando il mercato ripartirà. Tradotto: avremo dei costi aggiuntivi pesanti con le regole attuali che impongono l’utilizzo dei diritti di volo almeno al 50 per cento.

Un messaggio indiretto all’Unione europea per una nuova revisione delle regole, che nelle ultime ore è stato formalizzato anche dal Governo del Belgio: serve una revisione urgente, anche perché, oltre ai costi per i vettori, ne paghiamo tutti per un’inutile forma di inquinamento. Si attende ora il pronunciamento anche della Iata.

Long Haul
Infine il lungo raggio: la riapertura del traffico da e per gli Stati Uniti e i primi segnali anche sul Sud America aveva fatto ben sperare. Come si sa si tratta di rotte dove i vettori mettono in cassa gli utili sufficienti a compensare anche le rotte in perdita grazie anche alle vendite alla voce business class. Ma feste natalizie a parte anche in questo caso gli spostamenti sembrano avere subito uno stop e a partire da British Airways in giù sono arrivate le prime sospensioni delle rotte da poco ripristinate, mantenendo vive le classiche New York o Miami in attesa di tempi migliori.

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