Ultimo aggiornamento alle 08:33
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Lufthansa svela
il futuro
del trasporto aereo

di Lino Vuotto

Con l’inizio del mese di settembre il mondo del trasporto aereo ha iniziato inevitabilmente a porsi le domande sul futuro. La lezione dell’autunno del 2020 è stata severa e ha messo compagnie aeree e aeroporti di fronte a una dura realtà fatta di un crollo improvviso della domanda che si è protratto per diversi mesi.

A tracciare una prima rotta ci ha pensato il Gruppo Lufthansa che, attraverso la voce del suo ceo Carsten Spohr, ha disegnato un quadro pragmatico e realistico, fatto inevitabilmente di luci e ombre. Arrivando poi a una conclusione: “L’industria del trasporto aereo sarà l’ultima a vedere la luce in fondo al tunnel”.

Estate positiva
Il manager ha innanzitutto fatto un primo bilancio della stagione estiva e da questa sono emerse le prime note positive. L’andamento è stato tutto sommato buono e al di là dei risultati nudi e crudi (derivanti anche da una severa politica di contenimento costi che ha contribuito al miglioramento dei numeri) il trend estivo ha consentito di effettuare quell’iniezione di fiducia che si rendeva assolutamente necessaria per guardare avanti con un po’ di ottimismo.

Le prospettive
Ma lo spirito realistico di Spohr è poi subito riemerso, giusto per mettere in guardia da facili entusiasmi ed essere pronti ad affrontare di petto la realtà. “La crisi non è ancora finita” ha sintetizzato. Anzi. Se infatti i numeri saranno meno negativi rispetto all’anno scorso, grazie al processo di vaccinazioni eccetera, l’impatto non sarà meno duro perché l’industria si troverà ad affrontare la terza ondata di magra, con le spalle che man mano diventano inevitabilmente più deboli. Secondo il ceo del gruppo tedesco per loro non sarà possibile andare oltre al 40 per cento della capacità rispetto al 2019, anche se va ricordato che questo significherebbe comunque un raddoppio rispetto allo scorso anno.

“Sarà ancora un inverno lungo e freddo” ha sentenziato Spohr, individuando poi quale potrà essere il punto di svolta definitivo: la riapertura dei mercati di Stati Uniti e Cina. Solo da lì potrà iniziare la vera inversione di tendenza.

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