Ultimo aggiornamento alle 15:54
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Walsh, Iata: “Maggio in lieve miglioramento, ma è tempo che i Governi riaprano le frontiere”

La Iata ha annunciato che la domanda di viaggio sia internazionale che nazionale ha mostrato miglioramenti marginali a maggio 2021 rispetto al mese precedente, ma il traffico è rimasto ben al di sotto dei livelli pre-pandemia.

La ripresa del traffico internazionale, in particolare, ha continuato a essere ostacolata dalle  restrizioni di viaggio messe in campo. La domanda totale di viaggi aerei nel maggio 2021 è diminuita del 62,7% rispetto a maggio 2019. Si tratta di un aumento rispetto al calo del 65,2% registrato nell’aprile 2021 rispetto all’aprile 2019. La domanda di passeggeri internazionali a maggio è stata dell'85,1% inferiore a maggio 2019, un piccolo aumento rispetto al calo dell'87,2% registrato ad aprile 2021 rispetto a due anni fa.

Tutte le regioni, ad eccezione dell'Asia-Pacifico, hanno contribuito a questo modesto miglioramento. La domanda interna totale è diminuita del 23,9% rispetto ai livelli pre-crisi (maggio 2019), leggermente migliorata rispetto ad aprile 2021, quando il traffico nazionale è diminuito del 25,5% rispetto al 2019. Il traffico di Cina e Russia continua a essere in area di crescita positiva rispetto ai livelli pre-Covid-19, mentre India e Giappone hanno registrato un significativo deterioramento tra nuove varianti ed epidemie.  

“Stiamo iniziando a vedere sviluppi positivi, con alcuni mercati internazionali che si aprono ai viaggiatori vaccinati. La stagione estiva dei viaggi nell'emisfero settentrionale è ora completamente arrivata. Ed è deludente che più governi non si stiano muovendo più rapidamente per guidare strategie di apertura delle frontiere che aiuterebbero a rilanciare il turismo - ha affermato Willie Walsh (nella foto), direttore generale della Iata -. Troppi governi continuano ad agire come se l'unico strumento nel loro arsenale anti-Covid-19 fosse una chiusura generale delle frontiere o una quarantena all'arrivo. In effetti, la ricerca delle principali organizzazioni mediche di tutto il mondo conferma che i viaggiatori vaccinati rappresentano un rischio minimo per la popolazione locale, mentre i dati mostrano che i test prima della partenza eliminano ampiamente il rischio che i viaggiatori non vaccinati importino Cvid-19. È tempo che i governi inizino a rispondere a queste informazioni con strategie ad hoc”.

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