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Montezemolo: "Necessario intervenire sul caso Italo o sarà troppo tardi"

Un nuovo appello al Governo affinché sostenga il lavoro degli imprenditori in questa fase difficile per turismo ed economia in generale. È quello di Luca Cordero di Montezemolo, che rilancia dopo l’intervento del premier Giuseppe Conte.

Come riportato dal Corriere della Sera, Montezemolo ha commentato: “So che è difficile, ma mi sarei aspettato interventi molto più drastici e meno confusi per i cittadini. Cosa si può fare o no, non è per niente chiaro. Oggi emerge un Paese bloccato, che vive alla giornata, senza una visione. Vedo bonus, sussidi, aiuti, troppi annunci che restano tali".  Il manager ha ricordato come il Covid abbia messo in luce forti fragilità “che avevamo già prima. Abbiamo perso troppo tempo con Stati generali, task force, commissari vari. Ad esempio, nel settore dei  trasporti con il caso Italo. I treni ad alta velocità sembrano cliniche: puliti, posti seduti e quindi tracciabili, ricambio d’aria frequente. Il ministro della Sanità il 14 luglio aveva stabilito che potessimo salire all’80% di capienza, poi un’incomprensibile marcia indietro, con la conseguenza che oggi sui treni ad alta velocità si viaggia al 50%, mentre sul trasporto locale all’80% o al 100%, senza controlli e con pericolosi ammassamenti. Certo, è un problema superato con la situazione di oggi, ma è stata una decisione demagogica, con un Cts che si è piegato, suo malgrado, a logiche politiche. E’ stato penalizzato chi è più sicuro e si è finanziato chi è meno sicuro”.

Anche lo stanziamento del valore di 1,2 miliardi secondo Montezemolo è rimasto solo un proclama: “Solo annunci a maggio. il decreto rilancio prevedeva la creazione di un fondo di circa 1,2 miliardi a sostegno delle imprese di trasporti a mercato, cioè alta velocità e servizio merci, da distribuire in 15 anni. Il governo ha disatteso gli impegni presi, siamo a novembre e non è arrivato nulla. A questo punto se non arrivano i fondi promessi in tempi brevissimi, Italo sarà costretto a fermarsi. E sarebbe una grande sconfitta per il Paese, non solo per noi. La concorrenza nei treni ha consentito di ridurre del 40% le tariffe e la privatizzazione italiana viene citata come esempio in Europa Si conosceva il grande rischio di una ripresa della pandemia ad ottobre e in questi mesi c’è stato un colpevole ritardo: assurda la libertà su movide, discoteche e assembramenti; non si è potenziato il servizio sanitario nazionale e locale, di cui in queste ore vediamo le conseguenze, non si è rafforzato il trasporto locale e i treni disponibili di Italo oggi potrebbero essere utili proprio per rafforzare la sicurezza, la qualità e ridurre l’affollamento dei regionali”.

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