Ultimo aggiornamento alle 09:12
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Alitalia, settima proroga:
palla a Delta e Lufthansa

di Lino Vuotto

La palla adesso passa ai commissari di Alitalia e al Governo. Anche questa volta il tentativo di chiudere in extremis la partita almeno con una bozza di offerta non è andato a buon fine e i consigli di amministrazione di Atlantia e di Ferrovie dello Stato hanno scelto la stessa opzione: settima richiesta di rinvio della scadenza.

Due i punti chiave sui quali le parti in causa hanno ritenuto imprescindibile un nuovo allungamento dei tempi al fine di definire nei dettagli il piano industriale per Alitalia, verso la quale sia Fs sia Atlantia hanno ribadito la volontà di proseguire con il proprio impegno: da una parte una presenza più forte del partner industriale e dall’altra l’impegno del Governo ad assumersi gli oneri degli ammortizzatori sociali per gli esuberi, ormai considerati inevitabili.

Messaggio a Delta
Nel primo caso il messaggio a Delta appare chiaro: il 10 per cento delle quote fin qui prospettato non è più sufficiente. Nella delibera del cda di Fs si legge che i tempi per ulteriori approfondimenti sono necessari anche per “la definizione finale del piano industriale della Newco, condiviso e fatto proprio dal partner industriale che dovrà assumere un ruolo determinante nella responsabilità di gestione ed implementazione dello stesso”.

Lufthansa dietro l’angolo
Una scossa in tal senso potrebbe essere arrivata anche dall’incontro di lunedì con gli emissari di Lufthansa dopo la lettera inviata dal gruppo tedesco, con la proposta di partnership commerciale: rumors parlano di una possibile apertura anche all’ingresso nella compagine azionaria, ponendo Lh come valida alternativa a Delta nel caso che dalla sponda americana non arrivasse la disponibilità ad assumersi un impegno maggiore.

Nuovo prestito
Al Governo, poi la delibera Fs chiede un doppio impegno di natura istituzionale e finanziario, evidenziando “l’esigenza che l’amministrazione straordinaria sia messa in condizione di gestire i complessi aziendali fino al closing dell’operazione – conclude il documento - e il necessario turnaround organizzativo, anche attraverso idonei strumenti di mitigazione sociale”. Tradotto, ammortizzatori sociali per i dipendenti in esubero e un nuovo prestito ponte per garantire ad Az l’operatività. La cifra che circola sarebbe pari a 300 milioni di euro.

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