Ultimo aggiornamento alle 10:29
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Chiusura del traforo del Gran Sasso, domani vertice al Mit

Il Ministero dei Traporti ha convocato per domani, 14 maggio, un incontro con Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade A24 e A25, per scongiurare una decisione che rischia di spaccare in due l'Italia centrale: la chiusura del Traforo del Gran Sasso in Abruzzo.

Lo stop da domenica
A partire dal 19 maggio, infatti, Strada dei Parchi potrebbe decidere di bloccare a tempo indeterminato la circolazione nel tunnel, che con i suoi 10 km attraversa la vetta più alta degli Appennini. Una decisione frutto dell’inchiesta della procura di Teramo sul rischio di inquinamento della falde acquifere del Gran Sasso dopo il caso di uno sversamento di materiali tossici fuoriusciti dall’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, i cui laboratori sono proprio nel ventre della montagna.

Il caso risale a quindici anni fa, ma la prima udienza del processo è fissata per il 13 settembre e gli amministratori di Strada dei Parchi vogliono presentarsi in tribunale senza rischiare l’accusa di reiterazione del reato di inquinamento ambientale. Da qui la decisione di chiudere il traforo, con pesantissime conseguenze sia per il traffico turistico, sia per quello dei lavoratori e degli studenti che frequentano l’università dell'Aquila e provengono dal Teramano e dalle zone costiere abruzzesi e marchigiane.

Dopo l’intervento del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi che, come spiegato da repubblica.it, aveva parlato di ‘atto irresponsabile’, a scagliarsi contro la società è il sottosegretario ai Beni culturali, Gianluca Vacca, che ha minacciato la revoca della concessione se il traforo verrà chiuso. "È un'arteria di comunicazione fondamentale per l'Abruzzo - ha spiegato - e non può essere chiusa. Sono in contatto con il ministero dei Trasporti e con gli organismi competenti per scongiurare questa scelta”.

Si chiede la revoca della concessione
Ma da più parti arriva la richiesta di incontri urgenti con tutti gli attori coinvolti per nominare un commissario - previsto dal Decreto sblocca cantieri  - che, a oltre ai lavori di messa in sicurezza per un importo di circa 172 milioni di euro, dovrà interessarsi anche della gestione del traforo.

L'incontro di domani con il Mit cercherà dunque di scongiurare la chiusura che, come ribadiscono dal Ministero, rappresenterebbe una 'procurata interruzione di pubblico servizio': un inadempimento grave da parte della società, che potrebbe portare alla ‘revoca immediata della concessione’, evocata proprio da Gianluca Vacca.

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