Ultimo aggiornamento alle 11:31
|

Caro petrolio
e scioperi:
trasporti,
l’estate calda

di Francesco Zucco

Dal punto di vista delle compagnie aeree, significa marginalità sotto stress e voli spostati o cancellati. Da quello dei passeggeri, biglietti più cari e maggiori disagi. Dal punto di vista delle agenzie di viaggi, significa fuel surchange, prezzi maggiori e più problematiche da gestire. Secondo i primi segnali, l’estate dei trasporti non sembra destinata ad essere particolarmente tranquilla. Certo, la stagione calda non lo è quasi mai: ma il 2018 potrebbe mettere alla prova il mondo delle compagnie aeree, con conseguenza a cascata su tutto il settore.

Il primo dato da mettere in luce riguarda i disagi nelle partenze. L’allarme di Ryanair è arrivato pochi giorni fa, con un’intervista del chief marketing officer Kenny Jacobs. Ma ora la compagnia ha messo i suoi timori nero su bianco, con una lunga nota in cui ha elencato i segnali che fanno presagire una stagione rovente. E chiedendo alle autorità di intervenire.

Nel dettaglio, la low cost chiama in causa la carenza di personale Atc, ovvero i controllori del traffico, in diversi scali europei e soprattutto puntando il dito contro gli scioperi. E lo fa partendo dai numeri di maggio, un mese in cui il traffico sicuramente non raggiunge i livelli dei congestionati luglio e agosto. La compagnia, nel comunicato, parla di oltre 117mila voli in ritardo e oltre 56mila collegamenti decollati oltre 15 minuti dopo l’orario previsto. contro il 14mila del maggio 2017.

Inoltre, Ryanair rimarca che l’obiettivo dell’Ue è chiudere il 2018 un ritardo dei voli pari a 0,5 minuti ma, afferma il vettore, “le attuali preivisoni per il 2018 lasciano presagire il negativo aumento di questo dato a 1,5 minuti, il triplo di quanto auspicato dall’Ue”.

I voli cancellati
Dati ancora più importanti, quelli sui voli ‘saltati’: a maggio, Ryanair afferma di aver cancellato 1.000 voli, “un numero 24 volte superiore ai soli 43 voli cancellati a maggio 2017”. Inoltre, l low cost riprende anche i dati di easyJet (con cui la compagnia irlandese condivide la presenza nell’associazione A4E): 974 voli cancellati a maggio 2018 contro i 117 dello stesso mese di un anno prima.

“Il Governo britannico, quello tedesco e la Commissione Europea devono agire ora con urgenza - è il richiamo di Michael O’Leary, ceo di Ryanair -, altrimenti migliaia di voli saranno cancellati e milioni di passeggeri subiranno disagi, in particolar modo nei mesi di alta stagione come luglio e agosto”.

Il nodo carburante
Altro aspetto problematico, l’aumento del costo del carburante. Il mondo del trasporto aereo arrivava da un periodo particolarmente propizio, con il costo del fuel che favoriva la marginalità e i prezzi bassi. Ma ora, come riporta anche Il Sole 24 Ore, il trend si sta invertendo e il prezzo del carburante è tornato a salire. Il prezzo attuale del petrolio, ovvero 75 dollari al barile, rappresenta un incremento del 55-60% rispetto allo scorso anno. E la tendenza sembra destinata a proseguire, secondo quanto avrebbe affermato Iata, fino alla fine del 2020.

Ancora una volta, come riporta il quotidiano economico, è O’Leary a lanciare la sua profezia: “Il petrolio a 80 dollari mieterà vittime in Europa”. Non diversa l’opinione di József Váradi, ceo di Wizz Air, che prevede: “Chi non ha fatto utili lo scorso anno difficilmente ci riuscirà quest’anno”.

Leggi anche: Ryanair
Altri temi: easyJet
/* */

TI INTERESSA QUESTA NOTIZIA? ISCRIVITI A TTG REPORT, LA NEWSLETTER QUOTIDIANA

Commenti di Facebook


Torna su
Chiudi