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Migranti espulsi, in Germania aumentano i casi di piloti che rifiutano il rimpatrio

Il sindacato parla di gesti individuali ma in molti, in Germania, li vedono come esempi di ‘Zivilcourage’, la parola che in tedesco significa il coraggio civile di non partecipare ad azioni ritenute ingiuste.

Sono i casi di rifiuto, da parte dei pioti delle compagnie aeree tedesche, di trasportare migranti o richiedenti asilo respinti nei propri Paesi d’origine. Gli episodi sono arrivati a 222 in sei mesi (contro i 160 dei precedente 17 mesi) e i protagonisti sono soprattutto i comandanti di Lufthansa (36 casi) e delle low cost Eurowings e Germanwings (con 37 rifiuti di espulsione), oltre ai 12 ‘disubbidienti’ di airberlin.
Ma il fenomeno riguarda anche i piloti di Qatar Airways, che si sono opposti al rimpatrio in 18 casi, così come quelli di Air Algerie, 16 in tutto.

I comandanti possono far scendere un passeggero
Interpellati dal Corriere della Sera i rappresentanti di Lufthansa hanno ribadito come la decisione di non far salire qualcuno a bordo spetti al comandante: “Noi come compagnia siamo obbligati ad accettare chiunque abbia un biglietto valido - hanno aggiunto -. Le autorità ci avvertono quando c’è un passeggero con foglio di via, la polizia lo accompagna fino all’imbarco ma non viaggia con lui. E il pilota non può opporsi per motivi giuridici a un’espulsione, ma può decidere di far scendere un passeggero, qualunque passeggero, se ritiene che possa costituire un pericolo per la sicurezza del volo”.

La maggior parte dei respingimenti falliti era in programma dall’aeroporto di Francoforte, con 107 casi, seguito dai 40 di Düsseldorf e dai 32 di Amburgo.

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