Ultimo aggiornamento alle 09:58
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Ritorno alle Maldive
Gubitosi traccia
il futuro di Alitalia

Non ci sono scorciatoie, per Alitalia, solo la strada dell’impegno e degli investimenti. Così si riassume la posizione del presidente incaricato della compagnia, Luigi Gubitosi, in una lunga intervista pubblicata stamani sulle colonne del Messaggero.

Che anticipa nuovi voli dall’Italia sulle Maldive e un potenziamento sulle Americhe, un possibile aumento di capitale da 2 miliardi e turnover nel top management, tutto all’insegna della forte discontinuità.

Gubitosi non si risparmia nel tracciare quello che potrebbe essere il futuro della compagnia, proprio nella giornata in cui si aprono le consultazioni tra i dipendenti per il referendum che, da qui al prossimo 24 aprile, chiama ad esprimersi i lavoratori sul pre-accordo dei giorni scorsi su esuberi e taglio agli stipendi. E, chiaramente, l’auspicio del presidente incaricato è che in questa fase prevalga “il senso della responsabilità e si dia all’azienda un’altra occasione”.

I nuovi voli in arrivo
L’accelerata per far ripartire concretamente Alitalia, secondo il presidente incaricato, riguarda l’apertura più coraggiosa di voli a lungo raggio, giudicando l’attuale piano di rilancio “troppo timido”: Alitalia tornerà dunque alle Maldive con un trisettimanale e rafforzerà i servizi sulle rotte più redditizie, come quelle verso le Americhe. Operazioni a cui si affiancano anche ipotesi “sull’Africa del Sud e sull’Asia, India in particolare”.

Potenziamento della flotta: il ruolo di Etihad
Condizione necessaria per l’avvio di nuovi voli, il potenziamento della flotta: ad Alitalia, dice il top manager, “servono B777 e A330” e proprio su questo Gubitosi non risparmia un chiaro riferimento al ruolo che Etihad, detentore del 49% delle quote di Az, potrebbe giocare in questa crescita.

La stoccata ai low cost: "Anche a noi contributi pubblici"
E poi il nodo low cost, tema su cui Gubitosi non nasconde una certa preoccupazione: non tanto per la competizione sul mercato, che archivia con un “per definizione ci si deve preoccupare dei concorrenti”, quanto per il trattamento “di favore” che sinora è stato riservato in Italia a questi attori. “Anche noi - è la stoccata - vorremmo accedere a contributi pubblici per competere alla pari”.

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