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Air Dolomiti, storia
del vettore italiano
che ha imparato
a essere tedesco

di Adriano Palazzolo

Sono passati 25 anni da quando il primo volo targato Air Dolomiti partiva da Trieste per raggiungere Genova, realizzando così il sogno del fondatore della compagnia, Alcide Leali.

Oggi, quello che era nato come un vettore che opera nel segmento interregionale, si trova sotto l'ala protettrice di una grande compagnia aerea internazionale, Lufthansa, che ne detiene dal 2003 il 100% delle quote.

Il gruppo tedesco però accompagna la crescita di Air Dolomiti da molto prima, quando il piccolo vettore italiano, nel 1994 ne diventa partner con l'intento di divenire la prima compagnia aerea regionale a respiro europeo.

Il mercato e le strategie aziendali nel corso degli anni hanno fatto il resto e in Air Dolomiti oggi c'è grande soddisfazione per come sono andate le cose. "Siamo un pezzo piccolo ma importante di un grande sistema", dice Paolo Sgaramella, vice presidente Marketing-Commerciale di Air Dolomiti, che aggiunge: "Abbiamo imparato a restare italiani quando necessario e ad essere tedeschi quando serve".

La compagnia ha tagliato quest'anno il traguardo dei 25 anni e "vorremmo farne almeno altri 25 di anni così", spiega ancora Sgaramella, rivelando quanto sia importante mantenere una doppia anima: "Quando si parla di processi aziendali e operatività siamo tedeschi; quando serve flessibilità tiriamo fuori l'essere italiani".

Air Dolomiti è oggi uno dei principali vettori internazionali per volume di traffico all'aeroporto di Monaco di Baviera e il proprio business model conta su una consolidata attività di feederaggio, definito dallo stesso Sgaramella "la nostra ragione di vita".

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