Arrivano sul palco a passi lenti ed eleganti, perfettamente in linea con lo stile inglese. Tim Clark, presidente di Emirates e Willie Walsh ceo di Iag (British Airways, Iberia e Vueling) si siedono in poltrona nella Global Stage del Wtm di Londra e si preparano al confronto moderato da una vecchia volpe del settore come John Strickland, attuale direttore di Jls Consulting, con un lungo passato nel mondo dell'aviazione.
I due protagonisti del talk show mostrano subito atteggiamenti diversi, modi capaci di dividere anche la platea londinese. Clark, anzi sir Tim Clark, offre risposte pacate e con un mezzo sorriso le accompagna sino al suo intervistatore. Sull'altra sponda Willie Walsh appare inizialmente più 'scattoso' nelle risposte, per poi sciogliersi nella seconda parte del talk show e regalare alcuni passaggi degni di nota.
"Quando sento parlare di low cost a lungo raggio penso che sia una sfida eccitante - ha detto Walsh -. Norwegian per esempio è una buona compagnia aerea, ma fare voli a basso costo sulle lunghe distanze non sarà facile. Il low cost classico sul corto raggio è un altro mondo. Per i voli a lunga gittata penso che sia difficile fare marginalità".
Frasi che Clark accompagna con un movimento di assenso, lui che sul lungo raggio ha costruito uno degli ultimi casi di successo del trasporto aereo. Il presidente di Emirates ha mosso i suoi primi passi nel trasporto aereo nel 1972 entrando nell'allora British Caledonian per poi atterrare in casa Gulf Air prima di avviare la scalata in Emirates. Un uomo che conosce le flotte come pochi altri al mondo e durante il talk show spiega a Strickland qualche "differenza tra il mondo Boeing e Airbus. Noi abbiamo tutte e due le famiglie di jet e siamo pronti ad avviare piani di rafforzamento della flotta come mostrano i nostri ordini".
Poi, sempre con un mezzo sorriso, sembra prendere posizione in maniera chiara e dice che l'Airbus 380 "è una vera esperienza di viaggio".
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