Ultimo aggiornamento alle 08:30
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Reportage TTG Italia
Bruxelles sei mesi dopo

di Remo Vangelista

"Colpita dentro. Ecco cosa ricordo di quella mattina del 22 marzo scorso". Roberta Monti, country manager Italia di Brussels Airlines, camminava verso l'ufficio di Milano quando venne raggiunta da una telefonata proveniente dalla sua sede di Bruxelles.

"Non dimenticherò mai quel giorno" dice Monti mentre cammina nella zona partenze dello scalo belga a pochi metri dove scoppiò un ordigno degli attentatori. Ormai sono passati sei mesi da quel triste 22 marzo e TTG Italia ha visitato lo scalo per raccontare in questo report come si è tornati alla normalità dopo lunghe giornate di terrore.

Oggi rimane poco di quel giorno. Una targa in aeroporto che ricorda le vittime dell'attentato, soldati dell'esercito che girano armati e alcuni varchi già fuori dall'aerostazione per controllare i passeggeri in transito.

A pieno ritmo da giugno

Geerd Sciot, vice president per le relazioni esterne di Brussels, prende il mano il suo laptop e mostra foto e immagini del 22 marzo. Attraverso un grafico spiega i luoghi dove hanno colpito i terroristi e poi sottolinea che "da giugno siamo già tornati alla normalità, con il riavvio della piena capacità di traffico. È chiaro che abbiamo subito anche un contraccolpo finanziario, ma abbiamo reagito. Lo scalo è stato immediatamente chiuso dopo le esplosioni e così noi di Brussels abbiamo attivato il piano di emergenza spostando l'attività su altri scali. È stata un'impresa, ma con la tristezza nel cuore siamo riusciti a spostare i voli a lungo raggio su Francoforte e Zurigo, per poi riportarli a casa in seguito. Dopo le prime giornate terribili la macchina si è rimessa in moto con la ripartenza scaglionata dei voli" .

Chiusura totale dello spazio aereo

L'aeroporto di Bruxelles dopo gli attentati dovette chiudere le attività per 12 giorni.
La duplice esplosione delle 7.58 del 22 marzo causò danni gravi alla struttura aeroportuale, provocandone l'immediata evacuazione e ovviamente il blocco totale del traffico. "Il piano di contingenza scattò immediatamente, perchè era fondamentale tracciare i voli in arrivo spostando il traffico su altri aeroporti", dice Roberta Monti. La chiusura dello spazio aereo su Bruxelles costrinse le compagnie aeree a dirottare i voli in arrivo su Liegi e Ostenda.

Bruxelles prova a ripartire
Da giugno lo scalo ha dunque ripreso il suo cammino, "senza dimenticare le ferite" dice Sciot. L'area check-in ha ripreso il suo normale traffico di un giorno feriale con tanto traffico business ed etnico. Brussels Airlines resta infatti una delle compagnie più attive nel continente africano con le sue 19 destinazioni. "Oggi abbiamo più controlli in aeroporto, ma la capacità non è stata toccata. Lavoriamo tutti per riportare anche i turisti a Bruxelles. Dobbiamo reagire".

In aeroporto sembra che tutto sia tornato al suo posto. Rimane, in un angolo, la targa per ricordare le vittime. Perché non si dimentica.

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