Ultimo aggiornamento alle 13:20
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Il piccolo aeroporto che tiene in scacco il cielo unico europeo

Se ne discute da una dozzina di anni e non si riesce a raggiungere un accordo, nonostante questo significherebbe voli più brevi, meno inquinamento e in buona sostanza risparmi per tutti, fino a 245 miliardi di euro, stima la Iata.

Ci sarebbe una diatriba su una lingua di asfalto da 800 metri, dietro i continui rinvii sul cielo unico europeo, sul quale da anni dibatte l’associazione internazionale delle compagnie aeree.

Secondo quanto riportato da un servizio pubblicato su Corriere.it, infatti, a determinare i continui fallimenti ci sarebbe la contesa tra Spagna e Regno Unito in merito alla pista dell’aeroporto di Gibilterra (territorio d’oltremare del Regni Unito): la prima infatti accusa da sempre la seconda di avere sconfinato nel proprio territorio per realizzare la striscia di asfalto.

Una pista peraltro nota nel mondo per la sua unicità, in quanto attraversata da una strada percorsa da autoveicoli e pedoni, regolata da un semaforo per consentire le operazioni di atterraggio e decollo.

Il cielo unico, che consentirebbe una regolazione dei voli uniformata, permetterebbe ai vettori di effettuare percorsi più brevi e ottimizzati risparmiando in media 19 minuti, un’enormità per il complesso sistema del trasporto aereo. Ma non sufficienti per una stretta di mano tra Spagna e Gran Bretagna.

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