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Un giorno a Fiumicino

di Amina D'Addario

Fiumicino, un universo in movimento che, in una giornata di ordinario esodo estivo, TTG Italia è andato a osservare da vicino per vedere come questa infrastruttura venuta alla luce negli anni '60, e che oggi non basta più, affronta il periodo più caldo della stagione e prova a lasciarsi alle spalle la sequela di vicissitudini - prima un rogo nell'area commerciale del T3, poi un incendio nella pineta antistante e infine un black out di venti minuti - che ne hanno messo a dura prova l'immagine facendolo finire, tra l'infuriare delle polemiche, sulle prime pagine di tutti i giornali.

Una città dove gravitano mediamente 200mila persone. È il Leonardo da Vinci, per tutti Fiumicino, aeroporto grande come un capoluogo di provincia, dove ogni giorno si riversano in media 150mila passeggeri, 20mila addetti ai lavori e un esercito di tassisti, autisti e accompagnatori. L'aeroporto siglato Fco, punto di partenza per 210 destinazioni nel mondo e casa d'adozione di un centinaio di compagnie aeree, è una vera e propria città dalla popolazione sempre cangiante.

I numeri dello scalo
La lunga serie di problemi che ha rallentato, ma non fermato lo scalo che appena una decina di giorni fa, il 31 luglio scorso, ha toccato il suo record storico con 157mila presenze e ora, lo conferma l'a.d. di Aeroporti di Roma, Lorenzo Lo Presti, con tutta probabilità supererà per la prima volta la soglia di 160mila passeggeri in una sola giornata. Intanto a luglio, dopo stagioni di contrazione del traffico domestico e di crescita debole, l'aumento del traffico è stato del 7,3 per cento nei primi sei mesi del 2015, mentre il sistema aeroportuale romano ha accolto oltre 21 milioni di passeggeri, con una crescita complessiva del 7,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014.

E che i passeggeri siano sempre di più lo si capisce subito mettendo piede al Terminal 3, l'area centrale dello scalo, quella dove se non hai un biglietto Alitalia o non devi volare per gli Stati Uniti, ti dirigi a colpo sicuro. I banchi di accettazione, dal 201 a 431, sono quasi tutti attivi, anche quelli alle due estremità dell'area e che fino a poche stagioni fa non erano la casa di nessuno, mentre oggi sono occupati fieramente da Vueling e da Ryanair. Ovunque si ripete invariato lo stesso scenario: serpentine di passeggeri con il carico di valigie al seguito, famiglie con bambini sciamanti e tanti giovani desiderosi di partire per le vacanze.

Le destinazioni
Tra le mete più gettonate, figurano la Spagna, con le Baleari in testa, e le isole della Grecia, le capitali europee, l'Italia con la Sicilia e la Sardegna, ma anche i voli intercontinentali risultato pieni. Durante il week end si sono registrati in tutto una sessantina di voli charter con frequenze rafforzate verso le isole spagnole. Tutto è tranquillo, tutto procede senza particolari intoppi e, se si verificano ritardi, questi sono alla fine contenuti e si mantengono al di sotto del quarto d'ora. In fondo non può accadere sempre qualcosa.

Le decine di banchi per gli acquisti dei biglietti aerei dell'ultimo minuto sono vuoti, o vi stazionano pochi passeggeri, anche se, racconta un addetto alla biglietteria con un passato di agente di viaggi "durante le giornate di emergenza siamo stati presi d'assalto, abbiamo emesso 200 biglietti aerei dell'ultimo minuto in una giornata´.

I segni dell'emergenza vissuta nelle settimane scorse rimangono comunque tangibili, anche se i passeggeri non sembrano farci caso. Accanto alla statua dell'Uomo Vitruviano, classico punto di ritrovo per i viaggiatori in transito, l'odore di bruciato si avverte ancora e alcuni inservienti indossano la mascherina. I più non parlano, qualcuno ammette che “i turni di lavoro sono stati ridotti”, mentre un cartello posto ai piedi della statua dice comunque che le condizioni dell'aria sono “normali” e che non ci sono pericoli di potenziali inquinanti.

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