Riparte da Verona la conquista dell'Italia da parte di Volotea: la città veneta è diventata la settima base del vettore che, fedele alla strategia di collegare aeroporti di piccole e medie dimensioni, sta guadagnando fette di traffico aereo sempre più ampie.
Un totale di 157 rotte, 67 aeroporti serviti in 10 paesi, 7 basi (tre in Francia, tre in Italia e una in Spagna) e 580 dipendenti: questa l'armata su cui Volotea conta per raggiungere l'obiettivo più ambizioso. "Nei prossimi anni - annuncia il presidente Carlos Muñoz - prevediamo di raggiungere la seconda o terza posizione nelle nostre basi per offerta posti, arrivando a 20 milioni di pax entro il 2018".
Il piano strategico prevede di ampliare la flotta con almeno 4 aeromobili all'anno, aggiungendo contemporaneamente 40 nuovi collegamenti ogni 12 mesi.
Verona giocherà un ruolo fondamentale in questo senso: due gli aeromobili che stazioneranno in pianta stabile al Catullo (destinati a diventare 4 entro i prossimi anni), grazie ai quali i posti in vendita saranno incrementati del 119 per cento rispetto al 2014, generando 50 posti di lavoro diretti.
"Vogliamo diventare la compagnia aerea di riferimento del Catullo - conferma Muñoz -, offrendo un network di destinazioni molto più ampio rispetto a quello proposto dalle altre compagnie presenti nello scalo e aspirando alla prima posizione in termini di capacità già dal 2016".
La prima conseguenza è l'incremento del network dall'aeroporto scaligero: oltre a Catania, Bari e Palermo, infatti, il vettore aggiungerà i nuovi collegamenti per Napoli, Cagliari, Tirana e Chisinau, in Moldavia.
"Lo sviluppo di Volotea - è il commento di Paolo Arena, presidente dell'Aeroporto di Verona - riguarda tutta la catchment area: servirà per favorire il turismo incoming oltre che il lavoro degli imprenditori locali".
