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Renzi, Cassano, Montezemolo e Hogan, un poker per Az

di Lino Vuotto

“Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo…”.

Impossibile non pensare alla canzone di Gino Paoli guardando lo streaming della presentazione della nuova livrea Alitalia. Silvano Cassano, James Hogan, Luca Cordero di Montezemolo e l’ospite d’eccezione Matteo Renzi hanno l’aria dei 4 bravi ragazzi in partenza per la conquista del mondo. Davanti a loro la platea di dipendenti e stakeholder, chiamati per l’anteprima del nuovo disegno degli aerei (molto simile al precedente, in realtà, ma il desiderio di continuità è stato troppo forte…).

Hanno voluto loro e non i giornalisti (loro dopo) per ribadire il segno di appartenenza che si vuole fare passare: noi siamo Alitalia. Di più, li hanno chiamati a prendersi degli impegni per iscritto e controfirmarli: e li hanno stampati sulla livrea di uno dei due A330 arrivati da Etihad.

Grandi pacche sulle spalle e un a.d., Cassano, che non sa trattenere il proprio entusiasmo saltando qua e là e duettando come in uno spettacolo televisivo con Ilaria D’Amico, anchor woman d’eccezione. “Solo 150 giorni!”, esulta, ricordando che l’avventura è iniziata 5 mesi fa e, di fronte al nuovo aereo, si lascia andare alla citazione di Simon & Garfankel a Central Park: ‘What a day’. Il ‘duro’ Hogan riesce a spandere sorrisi, torna sulla compagnia sexy, garantisce che “insieme vinceremo” e dice una frase non da poco: non siamo qui per insegnarvi come si guida una compagnia aerea. Montezemolo, da parte sua, se la ride sotto i baffi che non ha: sono ormai lontani i giorni del brusco divorzio dalla ‘sua’ Ferrari e il passaggio dal rosso al verde oggi sembra proprio la scelta giusta. Infine il premier, che non manca di lanciare slogan e fare paralleli tra l’avventura di Az e quella del Governo, promettendo di cambiare il Paese per fare in modo che l’immagine che Alitalia porterà per il mondo sia più pulita. E si lascia scappare un ‘Vola Alitalia, viva l’Italia’, aggiungendo: queste frasi fanno la felicità di Crozza.

Poi full immersione con i dipendenti per la foto di rito e strette di mano, tanto che la D’Amico deve poi richiamarli all’ordine per farli salire (per primi, ovviamente) sull’aereo. Domani si replica a Milano. Pronti per un nuovo show. Eravamo quattro amici all’hangar.

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