Ultimo aggiornamento alle 10:25
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Il prezzo del low cost
Gli incentivi online

di Adriano Lovera

Alla fine il temuto decreto 'anti low-cost' è arrivato. Ma invece di creare un terremoto nel mercato, tenta di salvare tutti con il classico colpo al cerchio e un altro alla botte.

Il testo, annunciato ieri dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, obbliga in sostanza a rendere pubblici gli incentivi con cui molte società di gestione degli scali attirano le compagnie. Ma di fatto non impone alcun altro obbligo, se non quello della rendicontazione.

“Le società sono libere di scegliersi i partner - spiega il ministro -. Ma dovranno comunicare all'Enac quali sono gli incentivi e quali i vantaggi concreti per lo scalo, a livello di piano industriale”. E lo stesso dovranno fare le compagnie aeree, pubblicando sul proprio sito il tipo di vantaggi di cui godono, sia in ambito passeggeri sia cargo. “Questo serve a rendere trasparente il mercato e dare parità di accesso a tutti i vettori” ha aggiunto Lupi.

Un tentativo, insomma, di fare luce nel vero senso della parola tra le politiche commerciali delle società di gestione. Ma una misura molto ridotta, rispetto a quella 'minacciata' a inizio anno dal decreto Destinazione Italia, che aveva veramente fatto tremare Ryanair & co.

Quel testo, infatti, lasciava intendere l'obbligo di indire una vera e propria gara d'appalto per ogni nuovo slot disponibile ed era stato interpretato come un favore ad Alitalia contro i vettori a basso costo. Ma il Governo aveva poi fatto retromarcia.

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