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T.o. e Brasile:
l'occasione
dei Mondiali

di Oriana Davini

A un mese dal fischio d'inizio, la questione dei Mondiali di calcio in Brasile si fa scottante nel mondo del turismo.

In palio c'è molto di più della Coppa del Mondo: investimenti, infrastrutture, soprattutto la possibilità di aumentare il proprio fatturato. Un'occasione che gli operatori del turismo sapranno sfruttare al meglio?

A sentire i t.o. italiani sembrerebbe di sì, pur con qualche sassolino nelle scarpe a dare fastidio. "Il Brasile è stato bombardato dai media e inizia a essere conosciuto dalle masse - conferma Fabio Messerotti, presidente di Just Brasil -. Oltre alla voglia di conoscere le città sede dei Mondiali, si chiedono anche l'Amazzonia, Manaus, Recife o il Mato Grosso con Cuiaba".

Un nuovo Brasile quindi, che apre a target eterogenei, giovani, ecoturismo: "Abbiamo sfruttato l'interesse sulla destinazione per proporne un volto nuovo, diverso, lontano dai cliché", spiega Giancarlo Brunamonti, outgoing division manager di King Holidays.

Eppure, aggiunge Roberta Pattaro, product manager di Travelandia (che sul Brasile registra un'impennata di vendite del 33 per cento), "alcuni preventivi non sono stati riconfermati dai clienti, perchè i costi di viaggio e dei servizi a terra hanno avuto un aumento esponenziale".

La solita vecchia storia, insomma, con l'aumento incontrollato dei prezzi: "Abbiamo riscontrato difficoltà operative legate ai voli interni e agli hotel, con numero di notti obbligatorie a costi sostenuti", conferma Monica Urtatelli, product manager di Mappamondo. Nonostante ciò, aggiunge il manager, "chi è interessato è disposto ad affrontare la spesa". Vinca il migliore, quindi, in campo e non solo.

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