Ultimo aggiornamento alle 14:23
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Tasse ai Caraibi, la ribellione di Sandals e la difesa di Rci

Alberghi e navi da crociera ai ferri corti sulle tasse ai Caraibi.

A lanciare per primo la provocazione è stato Gordon 'Butch' Stewart, patron di Sandals Resorts, che ha accusato i governi delle isole di sovratassare gli hotel, mentre le crociere navigano tax free in tutta l'area.

È quanto riporta ttgdigital.com. Secondo il presidente della compagnia di strutture all inclusive, le tasse sulle camere e i dazi di import-export avrebbero bloccato la crescita del turismo stanziale nell'arcipelago, mentre le navi da crociera si sono fatte solo a pagare un paio di dollari a passeggero nelle destinazioni in cui navigano.

"Il nostro concorrente non è l'albergo in fondo alla strada - ha detto causticamente Stewart -, bensì le navi senza obbligo di imposte. E dire che quello che gli introiti che i Caraibi ottengono dalle crociere è ben poca cosa rispetto al turismo stanziale".

Alla provocazione del numero uno di Sandals ha risposto Royal Caribbean in difesa del settore crocieristico, evidenziando la capacità di generare entrate importanti per le economie locali e l'importanza della spesa degli escursionisti su commercio e indotto.

"Alcuni hotel vedono le compagnie di crociera come una minaccia - ha affermato Dominic Paul, vice president international di Royal Caribbean -, ma la realtà è che queste portano migliaia di persone ogni settimana in tante diverse destinazioni e che gli ospiti delle navi spendono un sacco di soldi, e questo molti governi lo hanno capito e ci sostengono".

Poi l'invito a collaborare. Il riferimento è ai pacchetti, sempre più diffusi, che associano la crociera ai soggiorni a terra. "C'è un modo di lavorare insieme - ha suggerito Paul -, senza bisogno di essere in lotta gli uni contro gli altri".

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