Ultimo aggiornamento alle 10:15
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Francorosso
e Alpitour:
due t.o. autonomi

Creazione di due tour operator distinti, selezione delle agenzie, una struttura rinnovata e un po’ di investimenti.

La nuova era di Alpitour, partita ufficialmente dai padiglioni di Rimini Fiera, traccia una rotta decisa per i prossimi mesi del Gruppo. Alla platea di TTG Incontri il presidente e a.d. Gabriele Burgio, insieme al nuovo team dirigenziale, ha messo in campo un faldone di novità: pochi dettagli sul prodotto (nonostante, anche su questo fronte, le notizie non manchino) e molta strategia: quest’ultima, del resto, era proprio l’aspetto su cui il mercato sembrava aspettare al varco il Gruppo.

In primo piano le divisioni, a iniziare proprio da Alpitour e Francorosso, i due tour operator che da oggi in poi opereranno in autonomia, affidati rispettivamente ad Andrea Gilardi e a Pier Ezhaya, che risponderanno a Carlo Stradiotti, amministratore delegato di Neos e direttore generale business.

“L’integrazione verticale rimane - ha messo subito in chiaro Stradiotti -: anche se ci sono due divisioni autonome, alcuni aspetti saranno comuni, come lo yield, i voli e l’assistenza”. Per quanto riguarda Neos, “mi aspetto di vedere più passeggeri Alpitour e Francorosso sui nostri aerei”. Ora, dunque, il gruppo si presenta al mercato con la forza di due brand di richiamo, tra i più storici del turismo italiano. “Abbiamo cercato soprattutto di capire come i marchi possono trarre benefici da una maggiore autonomia”, ha detto Stradiotti.

Ma il nuovo corso di Alpitour passa anche da una politica commissionale che Ezhaya definisce “rivoluzionaria”. L’obiettivo, spiega il manager, è “capire quali siano i punti vendita sul mercato che vogliono collaborare con noi”. A parlare sono ancora una volta le cifre. “Ad oggi collaboriamo in totale con 8.500 agenzie di viaggi - spiega Ezhaya -, ma il 95 per cento del fatturato arriva da 4.500 punti vendita, mentre i restanti 4.000 fanno quello che in gergo si chiama ‘l’ultimo miglio’, ovvero il 5 per cento”. Attraverso un sistema di commissioni che andranno dal 5 al 14-15 per cento, dunque, Alpitour punta a concentrarsi sulle agenzie più produttive. “Ma non ci saranno codici chiusi”, avverte Ezhaya. Dunque, nessuno sarà messo alla porta.

Per quanto riguarda Alpitour, invece, tra i progetti di punta c’è lo sviluppo del brand Karambola, “uno dei marchi su cui investire di più per la crescita, dal momento che lo scorso anno ha registrato un +23 per cento”.

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