La notizia della messa in vendita dei brand legati a I Viaggi del Ventaglio non poteva passare inosservata e l'imponente flusso di visitatori sul nostro sito in questi due giorni ne è la dimostrazione pratica.
E arrivano ora anche le prime reazioni del mercato, che si interroga sulle implicazioni del ritorno sulla scena dei brand. I Viaggi del Ventaglio è stato un grande protagonista di molte stagioni del turismo italiano. Un dato di fatto che riconoscono anche gli avversari che, negli anni passati, magari vestivano altre maglie rispetto ad oggi, se non addirittura quella dello stesso Ventaglio.
Il punto di vista dei t.o.
"Penso che sia ancora nella testa e nel cuore di molti clienti e, per certi versi, anche di tante agenzie", commenta Remo Bodrato, ora a.d. di Welltour ma con un passato come manager Ventaglio per il brand Columbus, che aggiunge: "Si tratta di una storia che è finita e non si ripresenterà più. È stato simbolo di un gran momento per tutto il turismo - riflette Bodrato - ma ora le cose sono cambiate: non avrebbe senso mettere una bandiera laddove non c'è una squadra".
E anche Stefano Pompili, villaggista a sua volta e proveniente da una realtà familiare come Veratour che continua a macinare risultati positivi, dice la sua a riguardo. "Non so quanto appeal possa avere un marchio che è fuori dal giro da più di due anni - riflette il direttore commerciale e marketing -. Forse è troppo tardi. Certo, ha significato tanto, tantissimo per tutti nel turismo italiano. Ma è passato e in molti l'avranno anche già dimenticato".
Con maggiore distacco, forte anche di aver sempre militato in una fazione diversa, Angelo E. Cartelli, direttore commerciale di Eden Viaggi, considera Ventaglio "un marchio che ha lasciato indubbiamente il segno. Anche se dopo due anni, un brand si spegne. Non credo possa essere replicabile".
Le opinioni dei network
Il possibile ritorno dei brand Ventaglio sui banconi delle agenzie divide invece la distribuzione, spezzata tra soddisfazione e scetticismo. "Un fatto positivo il ritorno del Ventaglio? Non vedo perché no", taglia corto Luca Patané, presidente di Uvet e di Itn. "Si tratta di marchi storici – aggiunge – hanno una loro storia, anche per i clienti. Sicuramente quei brand hanno un loro valore".
Giudizio sospeso, invece, per Luca Battifora, direttore generale di G40-Mondo di Vacanze ed ex manager Ventaglio. "Non so ancora dire se sia un fatto positivo o meno. L'augurio è che la messa all'asta dei brand sia fonte di ricavo per quanti sono rimasti vittima del fallimento". Nessuna nostalgia, però. "Non sono abituato a guardarmi indietro – prosegue Battifora -. C'è affetto per un marchio che ha lanciato nuove mete e format di prodotto, ma i nostalgici fanno poca strada". Il dubbio, per Battifora, riguarda soprattutto il rilancio dei marchi. "In una situazione di mercato come questa mi chiedo chi abbia le risorse per investire. L'augurio è che non si trasformi solo in una speculazione tattica sul breve periodo".
Pollice su anche per Massimo Caravita, vicepresidente di Marsupio Network: "I marchi forti nel settore del tour operating sono un aiuto anche per la distribuzione" commenta. E aggiunge: "Sicuramente è un fatto positivo, è un brand conosciuto anche dal consumer".
Il ricordo degli ultimi mesi di vita del Ventaglio e di quanto accadde nelle settimane successive al fallimento pesa sul giudizio di Maurizio Bosia, amministratore delegato di Travel Company. "Direi che il ritorno del marchio non è un fatto positivo. Ventaglio era uno dei primi operatori, conosciuto anche dal consumer dal momento che investiva anche sulla comunicazione al cliente finale. E ora viene associato a qualcosa di negativo". Sulla stessa linea Giorgio Lotti, direttore commericale di Open Travel Network. "I danni compiuti all'epoca del fallimento pesano – taglia corto -. E non si avverte neanche la necessità del ritorno del Ventaglio".
