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Roci, Settemari: "Serve una filiera più unita"

di Lino vuotto

"Ci sarà da battagliare anche il prossimo anno. Ormai ci stiamo abituando a queste stagioni contrastate". Mario Roci, presidente di Settemari, è impegnato a portare a casa una delle stagioni più difficili, ma non perde il suo stile sabaudo. Non alza la voce, prova ad analizzare il mercato e non si scaglia contro i concorrenti. Piuttosto cerca di trovare qualche spazio di fiducia per lanciare messaggi ai dettaglianti. Lui è uno che crede ancora nel rapporto con le agenzie di viaggi e tutte le stagioni mette a punto una serie di tour tra le città italiane. "Non possiamo restare chiusi dentro i nostri bunker in momenti così difficili. Le agenzie ne sentono dire di tutti i colori e noi tour operator abbiamo l'obbligo di andare da loro e ascoltarle", afferma Roci. Questo perché in molti, forse troppi, nel corso delle ultime stagioni hanno fatto la programmazione e poi se il mercato non tira è sempre colpa degli adv. Un ritornello che abbiamo sentito anche nelle ultime tavole rotonde organizzate da TTG con i protagonisti del mercato.

"Le agenzie devono guidare la clientela"
"Siamo di fronte a un periodo difficile e per questo motivo serve unità d'intenti di tutta la filiera - sostiene Roci -. Noi dobbiamo portare sul mercato prodotti costruiti bene e a un prezzo ragionevole e le agenzie di viaggi devono guidare la clientela. Se ognuno si riprende il proprio ruolo e lo fa con attenzione possiamo risollevarci insieme. Guardi che dico insieme perché altrimenti marca male". Impresa non da poco vista che l'aria che tira nel comparto turistico, con troppi operatori a corto di idee e prodotti, mentre alcuni network sembrano molto attratti da acquisti e cessioni. "Non possiamo nascondere che si tratta di una situazione complicata - dice ancora Roci -. La mia azienda ha sofferto per i problemi di Egitto e Tunisia e al momento i ricavi sono in calo del 7 per cento rispetto al 2010. Però sull'Egitto sto avvertendo segnali di ripresa evidenti. In fondo non vi sono molte destinazioni su piazza a prezzi accettabili e raggiungibili con poche ore di volo".

Scommessa Kenya per l'inverno
Intanto con l'inverno Settemari ha lanciato in agenzia il Kenya, mettendo a disposizione un contingente di oltre 200 posti settimanali. Roci volerà nel nuovo villaggio a dicembre per seguire il lancio e a chi sostiene che vi siano prezzi troppi alti su tutto il lungo raggio risponde: "Non vedo prezzi fuori mercato, noi stiamo cercando su tutti i fronti di attuare politiche tariffarie legate al periodo difficile. Sul Kenya contiamo di movimentare 6mila passeggeri già nel primo anno di programmazione. Abbiamo inviato in oltre 6mila agenzie un prodotto di buon livello con un pricing corretto. I primi segnali mi fanno dire che sarà la nostra sorpresa dell'inverno".
   
Riprendere il discorso sul pricing
Ma sulla questione dei prezzi vuole riprendere il discorso, perché le segnalazioni provenienti dai banconisti meritano rispetto. "Bisogna mettersi in testa che non ci sono molti soldi in giro e il mercato è questo. Inutile sognare, bisogna essere realisti e cercare di offrire un buon prodotto a prezzi accessibili. Diciamo che rispetto a un tempo i tour operator non si possono più permettere di correggere il princing a più riprese. Se sbagli il primo colpo poi diventa difficile cambiare rotta. I tempi in cui si vendeva tutto e bastava fare un catalogo per fare il pieno sono finiti. Già da qualche stagione".
   
"I t.o. ora sono meno centrali"
Sulla questione della fabbrica (la produzione degli operatori) che perde colpi, Roci prova a vedere il problema sotto un altro punto di vista: "In fondo il mondo dei tour operator forse è meno centrale rispetto a un tempo, ora siamo uno dei protagonisti. Vi sono spazi di crescita ma bisogna muoversi con cautela e grande attenzione ai costi. Diciamo che siamo meno centrali nel panorama delle vacanze, mentre i network brillano per vivacità. Però sia chiaro che la fabbrica è necessaria perché servirà sempre qualcuno che metta la faccia e parta alla ricerca del prodotto migliore. Noi t.o. saremo sempre una parte fondamentale della filiera. Adesso va bene la crisi, ma non esageriamo".

Il caso Valtur e le banche
A proposito della crisi del settore il presidente dell'azienda torinese interviene sul momento difficile di Valtur e spiega che "dispiace vedere un brand così forte in difficoltà, ma ora devono mostrare continuità e servizio per riprendere la fiducia della filiera. Anche le banche coinvolte hanno bisogno di segnali precisi da parte dell'azienda. Serve un piano di rilancio robusto per convincere gli istituti di credito". Banche che, nel recente passato, sono state scottate da altre situazioni difficili che sembravano vicine alla soluzione positiva. Poi la fine dei sogni ha costretto la finanza ha prendere le distanze dal mondo del turismo.

Remo Vangelista
vangelista@ttgitalia.com

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