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Corridoi fra luci e ombre:
la parola ai tour operator

di Isabella Cattoni

Sicuramente un segnale positivo, ma ancora insufficiente a rilanciare il turismo a lungo raggio. E, soprattutto, un provvedimento che presenta ampie zone d’ombra: l’istituzione di ulteriori sei corridoi verso destinazioni a lungo raggio, e la contestuale riconferma dei sei corridoi ‘Covid free’ decretati già a fine settembre dal ministro della Salute Roberto Speranza, riscuote il favore degli operatori turistici, che tuttavia segnalano come questa non sia e non possa essere l’unica risposta per traghettare le aziende verso la ‘nuova normalità’.

Un primo passo
Il direttore commerciale di Quality Group, Marco Peci, sottolinea come si tratti sicuramente di “Un segnale positivo, che evidenzia come il Ministero della Salute abbia apprezzato la gestione dei corridoi Covid free fino ad ora portata avanti dai tour operator. Certo, le richieste abbracciavano destinazioni poi non rientrate nel provvedimento, come ad esempio il Messico, ma si è comunque trattato di un primo segnale. Siamo infatti usciti dal periodo di sperimentazione per entrare in una fase di continuità con un modello che sta funzionando bene”. Anche perché, ricorda il manager, “Queste aperture ci mettono parzialmente al riparo da eventuali future recrudescenze del virus, consentendoci di continuare a programmare e a lavorare su alcune mete extra europee. Perché – non dimentichiamolo – una delle grandi difficoltà per noi operatori è quella di riuscire a tenere i motori sempre accesi e continuare a programmare il futuro”.
Detto questo, i punti oscuri restano: “Il 31 marzo terminerà lo stato di emergenza, ma i corridoi sono stati prorogati fino a fine giugno. Bisognerà capire quindi come ci si muoverà in futuro”.

Troppi ritardi
L’obiettivo finale, chiaro nel pensiero di tutti, resta quello di un’apertura generalizzata delle frontiere, come sottolinea Andrea Mele, ceo di Mappamondo: “Purtroppo stiamo accumulando forti ritardi su tutti i fronti. Non solo su quello degli aiuti promessi, ma anche su quello dei corridoi stessi. In un tavolo tecnico tenutosi a fine dicembre erano già stati definiti. Perché quindi attendere un mese per procedere alla loro attivazione concreta? Ci serve tempo per programmare le destinazioni e non si può improvvisare dall’oggi al domani”.  

Il sistema delle liste
Bene quindi l’apertura dei corridoi, “che premia il lavoro costante delle associazioni di categoria, ma i nodi restano tanti, a cominciare dal sistema delle liste, che risulta addirittura essere stato rivisto limitando i Paesi in elenco D”. Si tratta secondo Mele di un’anomalia “tutta italiana. Ci aspettiamo e speriamo tutti in una prossima revoca del divieto generalizzato di viaggiare, in linea con quanto avviene in tutti gli altri Paesi europei che di fatto non hanno mai bloccato i viaggi per turismo. L’obiettivo è quello dell’eliminazione della lista E, magari con qualche eccezione. Ma il termine dell’ordinanza sui corridoi, fissato al 30 giugno, potrebbe rivelarsi l’ennesimo boomerang se la situazione dovesse migliorare”.

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