Ultimo aggiornamento alle 08:35
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Crociere: i sommersi
e i salvati
Cosa succederà
ai player del mare

Sono stati, almeno in Italia, fra i primi a ripartire, dimostrando la capacità di imprimere al loro modello di business una forte flessibilità e velocità, soprattutto nella proposta, condivisione implementazione dei protocolli di sicurezza e nell’immaginare e sviluppare nuovi prodotti. Le compagnie di crociera, secondo Francesco Di Cesare, presidente di Risposte Turismo, hanno dimostrato una capacità di recupero senza precedenti.

In un intervento realizzato in esclusiva per TTG Italia, Di Cesare analizza lo stato dell’arte, ma soprattutto le prospettive per il futuro dell’intero cluster marittimo.

“Ad oggi, in attesa dei consuntivi di fine anno, la forbice più credibile è tra un calo, rispetto ai numeri del 2019, dell’80% ed uno del 90% dei movimenti passeggeri nei porti italiani – dice il presidente -. D’altronde i primi due mesi dell’anno, quando le navi stavano ancora rispettando i calendari, pesano tradizionalmente intorno al 4% del totale, quindi ben poca cosa. E non molto potranno contribuire le settimane da qui a fine anno, nonostante si debba plaudire allo sforzo compiuto da alcune compagnie di rimettere in movimento le navi, tornare a far vivere il prodotto, nonostante i vincoli di legge e le incertezze della domanda”.

Ma è sul futuro che si concentra in particolare l’analisi. “Ci sarà ripresa del traffico, certo. Sui tempi però è difficile fare previsioni, d’altronde anche laddove le compagnie fossero pronte a rimettere in moto tutte le navi non si può non considerare come fino a quando certe procedure di imbarco-sbarco saranno obbligatorie i porti potrebbero rappresentare un collo di bottiglia, non potendo garantire l’ospitalità di quel numero di navi e passeggeri che riuscivano a gestire fino alla diffusione del virus” spiega.

Come cambierà il mondo
E illustra quelli che, secondo la sua indagine, potrebbero essere i macrocambimenti a cui sarà possibile assistere. Che non saranno di poco peso.  

“I processi già in atto di concentrazione e integrazione verticale accelereranno nella loro intensità. Saranno probabilmente sempre meno i grandi player capaci di orientare e influenzare le dinamiche di mercato” dice.

Accanto a questo, “la stessa geografia portuale potrà subire delle modifiche a seguito di un ridisegno degli itinerari e della stessa capacità degli scali di garantire in futuro nuovi standard e nuovi spazi. Ai fornitori potranno essere concesse minori opportunità di inserirsi all’interno del comparto, dal momento che la garanzia di sicurezza sta spingendo sempre più le compagnie verso il controllo diretto delle diverse fasi di vacanza del crocierista. Infine, le destinazioni, alcune delle quali già critiche verso questo genere di traffici, ripenseranno il rapporto con il turismo, rileggendone in luce differente, ora che sono assenti, i vantaggi non solo economici, ma anche, si presume, o ci si augura, preparandosi ad una migliore gestione delle relazioni residente-turista e turista-città”.

Si ripartirà, qui. Ma, sottolinea Di Cesare “ci si troverà di fronte un comparto modificato. Vedremo se anche migliorato”.

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