Ultimo aggiornamento alle 08:32
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Il decreto della discordia:
così finisce il turismo

“Lo sdegno ha ormai superato lo sconforto perché si tratta di una morte annunciata”. Il turismo fa quadrato e alza la voce, univoco, contro il Governo che - come lamenta la nota congiunta di Aidit, Astoi Assoviaggi e Fto - non sta facendo nulla per salvare il settore dal collasso. Anzi. “Se la bozza del decreto ‘c.d. Rilancio’ verrà confermata tal quale - spiega infatti la nota - verrà sancita la fine di un settore che occupa milioni di lavoratori e che  fornisce un contributo decisivo all’economia nazionale”.

Le richieste
Che fare, dunque? Ecco le richieste urgenti delle associazioni, la prima delle quali è eliminare il tetto dei cinque milioni di fatturato per i finanziamenti a fondo perduto alle imprese turistiche. “La soglia inserita - evidenziano le associazioni - taglia fuori, di fatto, tutte le medie e grandi imprese turistiche italiane, in particolare esclude oltre il 99% dei tour operator, tutte le medio-grandi aziende del business travel, dell'incoming e degli eventi. La misura va finanziata con almeno 2 miliardi di euro per essere realmente efficace e il periodo di riferimento del calo di fatturato previsto per il solo mese di aprile va allungato almeno per il periodo marzo-giugno”. Va inoltre aumentato anche il contributo per le agenzie di viaggi, che finora hanno ricevuto un aiuto economico per il mese di aprile.

Da allungare anche il periodo della cassa integrazione, che secondo le associazioni non può essere limitata a cinque settimane nei mesi di giugno, luglio e agosto, che registreranno volumi di fatturato ancora bassissimi. “Occorre – spiegano - lasciare alle stesse imprese la possibilità di modularne l’applicazione temporale in base alle effettive esigenze”.

Servono inoltre prestiti e mutui a 30 anni a tasso fisso minimo a fronte del mantenimento della forza lavoro.

"Il bonus vacanza? È solo marketing"
Particolarmente severo il giudizio, poi, il giudizio sul bonus vacanza, che definiscono “più un’operazione di marketing da parte del Governo che un vero aiuto alle persone e alle imprese e che, peraltro, non è previsto possa essere utilizzato anche attraverso il canale delle agenzie di viaggi e dei tour operator. Non è immaginabile che le imprese, che attendevano un aiuto sulla liquidità, diventino invece finanziatrici dello Stato facendosi carico del 90% del valore del bonus come anticipo da portare in compensazione tributaria a fine anno”.

"Meritiamo un vero Ministero"
Ma il fatto più grave, secondo loro, è che il Governo non abbia pensato di creare un fondo a sostegno dei mancati ricavi per le imprese turistiche: “Si sarebbe potuto optare anche per una formula che concedesse un credito d’imposta a fronte delle perdite registrate, come pure avevamo proposto, ma tutto è caduto nel vuoto” sostengono.

“Il turismo - conclude la nota - merita un vero Ministero, che sia dotato di portafoglio, interamente dedicato al settore e non più condiviso con altri, che siano la cultura o l’agricoltura”.

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