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Nardo Filippetti, Astoi:
“Non lasciateci soli”

di Isabella Cattoni

La situazione è pesante e il presidente di Astoi, Nardo Filippetti (nella foto), non ha problemi a etichettare quello attuale come uno dei momenti più difficili che il comparto turistico e l’intero sistema Paese abbiano mai dovuto fronteggiare. “Si tratta di una sfida completamente nuova, di proporzioni mai viste, soprattutto perché ci riguarda in prima persona”.

Presidente, qual è la prima emergenza da affrontare?
“Il primo problema è la sopravvivenza ‘a bocce ferme’ delle aziende che operano nel settore turistico. Gli operatori devono avere cassa sufficiente per gestire la crisi e superare l’emergenza. In questo senso, è necessario che il sistema intervenga con provvedimenti chiari  e pratici, come quello di non revocare i crediti concessi alle aziende”.

Si è parlato di voucher per gli istituti scolastici, che possono così congelare il credito in agenzia.
“È un primo provvedimento pratico che consente alle agenzie di viaggi di prorogare le prenotazioni e non vanificare il lavoro svolto per la programmazione. Ma bisogna andare oltre”.

Trattandosi di una crisi generalizzata occorrono misure forti.
“La situazione è drammatica, lo stesso presidente Enit Giorgio Palmucci ha parlato della necessità di ricorrere a una sorta di ‘piano Marshall’ per il turismo. E’ il momento di non perdere la testa e di aiutare gli operatori a tenere duro. In questo senso è importante che il Governo provveda a dare una risposta forte al problema. Non sarà sicuramente sufficiente reperire le risorse nel bilancio 2020; occorre prevedere uno stanziamento straordinario, che vada ben oltre un miliardo o due di euro. Dal canto loro, anche le istituzioni europee – penso al Fondo monetario e alla Bce – devono garantirci quel sostegno che consenta alle nostre imprese di non restare strangolate nei morsi di parametri che in questa fase sono inapplicabili”.

Chi soffrirà di più?
“Il contraccolpo più acuto penso si patirà sul fronte del turismo itinerante, quello che si basa su una fitta rete di prestazioni che vanno dai pernottamenti, ai servizi accessori, ai collegamenti. E il prezzo da pagare sarà molto elevato anche in ambito Mice, con la cancellazione di tutti i principali eventi in programma. Forse potrebbero ancora salvarsi le prenotazioni estive negli hotel italiani”.

Quando ritiene che potremo considerare questa crisi solo come un brutto ricordo?
“I tempi di risoluzione della crisi non sono prevedibili. Potremmo provare a ripartire dalla prossima estate; sono fiducioso che quado la fase acuta comincerà a rientrare, l’economia ripartirà con rinnovato slancio”.

Fino ad allora è necessario serrare le fila. Cosa si può fare sul fronte alberghiero?
“È necessario allungare i termini per il pagamento dei debiti posticipandone la scadenza, e mantenere aperti tutti quei canali come i fidi e i mutui che garantiscono liquidità alle imprese, anche piccole”.

Qual è il messaggio nei confronti dei Paesi che ci hanno chiuso le porte?
“Questo loro atteggiamento è il risultato della cattiva gestione con la quale in Italia abbiamo fronteggiato il problema, dichiarandoci infetti e seminando un panico immotivato e pericoloso. In altri Stati il governo ha assunto fin da subito posizioni differenti e i contraccolpi sono stati meno evidenti. La Germania ad esempio aveva 73 voli diretti sulla Cina; noi molti meno…”.

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