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Il viaggio di #TTGPeople
Veratour e le sue radici

di Amina D'Addario

"Per fare questo lavoro devi respirare il sentiment del mercato, capire cosa vendono i tuoi distributori. Certe cose non puoi fartele semplicemente riportare, devi respirarle dalla strada. Ecco perché quando più di trent'anni fa ho cominciato a lavorare nel mondo del turismo, ho fatto prima il promotore girando quotidianamente per le agenzie".

Basterebbero le parole di Stefano Pompili per sintetizzare lo spirito e il percorso di Veratour: un'azienda di famiglia che ha mosso i suoi primi passi agli inizi degli anni '90 e che, anche oggi che fa i conti con i grandi numeri - basti pensare ai 250 milioni di fatturato che saranno raggiunti quest'anno -, è sempre rimasta fedele alle sue radici.

Nel quartiere Spinaceto
Per il quarto appuntamento di #TTGPeople, la rubrica che accende i riflettori sul dietro le quinte dei player del settore, siamo andati a bussare alla porta di Veratour, nel quartiere Spinaceto, periferia Sud di Roma. Qui, in un edificio di tre piani, tra spazi aperti e pareti a vetri, lavorano e si confrontano quotidianamente i diversi reparti di una realtà che, pur portando avanti un percorso di innovazione e sviluppo, ha sempre scelto le agenzie di viaggi come suo unico interlocutore. "Siamo un'azienda dinamica, ma allo stesso tempo coerente e tradizionale dal punto di vista del modello di vendita - evidenzia il direttore generale -. In trent'anni siamo cambiati e cresciuti tantissimo, ma abbiamo mantenuto questa identità".

Occhio attento alle agenzie
Una filosofia che anche i dipendenti, oggi  160 nella sede di Roma, sono pronti a ribadire. Come Fabio D'Onorio, nella squadra di Veratour dal 2007 e oggi alla guida dell'ultimo reparto nato: il Verastore e Digital Marketing. Ovvero l'ufficio che dal 2015 si occupa di indirizzare lo sviluppo e la strategia nei confronti delle agenzie partner, nonché tutte le iniziative sul web e sui social. Un binomio, secondo D'Onorio, "perfettamente coerente con l'anima di Veratour, che è un azienda rigorosamente b2b, dove qualsiasi attività sul digitale è finalizzata a indirizzare le persone in agenzia".

Una scelta commerciale che rispecchia non solo l'impronta data dalla famiglia Pompili, ma condivisa da D'Onorio per ragioni più profonde. "È una strategia che capisco alla perfezione perché fin da piccolo ho imparato come si lavora in un'agenzia di viaggi. E il fatto di aver conosciuto certi meccanismi mi fa capire che questa prospettiva è quella giusta".

Il destino
Lo stesso background del resto condiviso da Antonella Magnasco, entrata in Veratour nel '99, quando l'operatore non era ancora il nome oggi riconosciuto dal mercato, e oggi a capo della divisione gruppi e incentive. "Prima di entrare in Veratour - racconta - avevo lavorato sette anni e mezzo dietro il banco di un'agenzia di viaggi, prima a Palermo e poi a Roma. Poi stanca di lavorare nel front office, decisi di inviare tre curricula a tre operatori diversi. Il caso volle che mi risposero tutti e tre. Io ero molto indecisa, ma alla fine optai per Veratour, che tra i tre era all'epoca l'operatore che conoscevo meno".

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