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Carréblu: “Realizziamo viaggi a misura di ogni desiderio”

“C’è stata una fiammata di richieste in questo inizio anno e devo dire che abbiamo un buon livello di prenotazioni anche per il periodo estivo. Il mercato si è mosso, soprattutto sulle nostre destinazioni ‘classiche’ Maldive e Seychelles, ma abbiamo buoni risultati anche su Australia e Nuova Zelanda”. Cristina Bava (nella foto), development manager di Carréblu, traccia un primo bilancio del 2019 che sta regalando all’operatore parecchie soddisfazioni, anche grazie alle agenzie di viaggi che il t.o. ha incontrato in una serie di appuntamenti nel Nord Italia, per “cercare di trasmettere quello che noi proponiamo e che può fare la differenza”.

Carréblu, infatti, fin dal 2003 propone un concetto di viaggi di lusso che fa della cura dei dettagli e della personalizzazione delle esperienze il suo punto di forza. “Il lusso, per noi, è costruire un viaggio a misura di ogni desiderio” dice Bava, che ha regalato agli agenti una proposta di segmentazione dei clienti up level a seconda, appunto, delle loro richieste. Si va dal cliente ‘classico ma divino’ a quello ‘non posso vivere senza’, da quello ‘minimal chic’ al cacciatore di esperienze.  

“Abbiamo iniziato a interpretare il lusso come esperienza ben prima che il ‘turismo esperienziale’ prendesse piede e diventasse una moda – dice Bava – e questo le agenzie lo sanno bene, tanto è vero che chi lavora con noi poi ci prende come punto di riferimento anche per soddisfare richieste non a catalogo”. Così, accanto a soggiorni nelle strutture più iconiche di quasi tutto il mondo o in quelle più innovative, che propongono un lusso minimal legato al concetto di mindfullness (come quelle del brand Aman), Carréblu realizza anche tour su misura e con la linea di prodotto ‘Viaggi per tutti’ va incontro anche alle esigenze dei clienti con disabilità.

“Lavoriamo solo con le agenzie, a cui riserviamo commissioni dall’11 al 14% su pratiche dal valore medio di 4 o 5mila euro – conclude Bava – anche se oggi è sempre più difficile far comprendere al cliente finale il valore della consulenza agenziale e della specializzazione dell’operatore, che invece, sul prodotto luxury, può fare davvero la differenza”.

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