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Collegamenti, hotel
e piani fedeltà
Come cambia easyJet

Crescere nel settore delle vacanze, avvicinandosi sempre di più al mondo degli alberghi: “Ma easyJet  continuerà a essere una compagnia aerea, non vogliamo diventare un tour operator antiquato”.

Sono le parole che il ceo Johan Lundgren usa per tracciare i contorni della easyJet che verrà: una realtà in cui ampio spazio dovrà trovare il business degli hotel, “magari comprando una piattaforma alberghiera o sviluppandone una nostra con qualche socio”.

Le tre linee di sviluppo
In un’ampia intervista pubblicata dal quotidiano economico spagnolo Expansiòn, il numero uno di easyJet traccia quelle che saranno le linee di crescita della compagnia che guida dallo scorso dicembre: “Siamo aperti ad opportunità che abbiano risvolti strategici, ma con il fulcro solo sui voli europei”.

Niente lungo raggio, dunque, perché “le opportunità sul mercato continentale non mancano”. E individua tre pilastri che rappresenteranno le basi di sviluppo della low cost: le attività leisure, il segmento business travel e il programma fedeltà.

Obiettivo sugli hotel
Rispetto al primo punto, Lundgren parte da un assunto numerico: “Al momento ci sono 500mila nostri passeggeri che prenotano sui nostri canali volo e hotel, ma il potenziale è rappresentato da 20 milioni”. Ecco perché le prospettive di crescita non mancano: “Bisogna aumentare il tasso di conversione, stringendo alleanze dirette con hotel e piattaforme”. E cita i nomi di big player spagnoli, come Melià, Barcelò, Riu e Iberostar.

Le tempistiche
Il secondo e il terzo aspetto sono strettamente legati e i progetti di espansione puntano a una maggiore interattività con i clienti già durante la fase di booking: “Dobbiamo anticipare le esigenze del cliente, connettendo queste necessità al programma di fidelizzazione” che anticipa potrebbe essere lanciato già nel corso dell’esercizio 2019.

Per farlo, easyJet dovrà concetrarsi in particolare su due aspetti chiave, quello dei dati e della tecnologia, per questo è a caccia di 40 ingegneri che possano sviluppare tali programmi.

La scaletta dei tempi vede come secondo step il segmento business travel e per ultimo quello dell’offerta leisure. “Ci stiamo lavorando, ma non ci saranno impatti rilevanti quest’anno: il settore vacanze richiede più tempo”. R. P.

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