Ultimo aggiornamento alle 13:05
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Lettera aperta
dei creditori Valtur
ad Andrea Bonomi

Lo scorso mese di maggio si erano riuniti per fare fronte comune nei confronti della vecchia proprietà di Valtur: in ballo oltre 20 milioni di euro che un gruppo di fornitori vantava dal tour operator.

Ora lo stesso gruppo ha preso carta e penna e hanno messo giù una lettera aperta rivolta al patron di Investindustral Andrea Bonomi per rispondere alla sua uscita sul Corriere della Sera nella quale definiva “un’avventura sfortunata” quella di Valtur.

“Se da una parte si vuol dare grande elogio alle capacità di ‘uomo d’affari’ del dr. Bonomi – si legge nella missiva -, mettendo in risalto le nuove avventure imprenditoriali del suo colosso Investindustrial, che da quanto si legge non sbaglia un colpo, dall’altra parte, in maniera del tutto residuale, quasi da passare inosservata davanti a cotanta grandezza, viene scritto che dopo ben 52 sfide o scommesse, come vengono chiamate nell’articolo, andate a buon fine – e di ciò nessuno osi dubitare visto lo sfoggio di macro numeri di ricavi, margini operativi e lavoratori impiegati – quasi a non voler o poter pretendere di essere sempre vincitori, si legge che …purtroppo… con Valtur …“non ci siamo riusciti, imparando a nostre spese che il settore turistico in Italia è diverso da quello europeo” !

Permetta dr. Bonomi, ma a farne le spese non c’è stato solo Lei, ma anche tutti quei fornitori che, confidando nella bontà del Suo nome, nelle Sue rinomate potenzialità, hanno continuato a credere nel Suo successo o quanto meno nella serietà imprenditoriale ed hanno di conseguenza portato avanti con onore e rispetto gli impegni assunti, assumendosene tutti i costi, i rischi e gli oneri connessi, consentendo a Valtur di garantire a suoi ospiti un servizio degno del suo nome (quanto meno fino a qualche mese fa …) e portando al realizzo di ricavi e numero presenze ben superiori agli anni precedenti.

Vede caro dr. Bonomi, la differenza essenziale che ci si aspettava di cogliere nelle Sue dichiarazioni e che pare invece sia sfuggita, è che per Lei è stata una sfida finita male, ma per i Suoi fornitori è stata una vera e propria tragedia economica, dalla quale c’è chi sta tuttora lottando per rialzarsi e chi non si rialzerà più.
Le domande che ci si pone leggendo l’ultimo bilancio depositato da Valtur sono molte, una prima di tutte: come sono stati spesi gli oltre 84.000.000 di euro di ricavi, nonché l’altra importante somma pervenuta dalle cessioni immobiliari a CDP?
Una cosa è certa, non sono stati utilizzati  per soddisfare i fornitori che, come già scritto, si sono sobbarcati spese e rischi di mesi di lavoro, senza percepire alcun compenso.
Ora non resta che attendere la proposta di concordato che per i fornitori sarà comunque un fallimento, considerato che in ogni caso, ciò che verrà riconosciuto sarà solo una parte, sicuramente troppo piccola, di ciò che è stato speso.

Fortunatamente, nonostante questa brutta esperienza, c’è ancora chi crede che la ricchezza sia la dignità, la parola data, la solidarietà imprenditoriale e non gli accrediti sui conti bancari e che i Codici Etici non siano solo lettere stampate su dei fogli di carta...
Fortunatamente, c’è ancora chi crede che il mondo si fondi su ciò che gli uomini realmente sono, non su quello che dicono di essere o su quello che possiedono”.

Leggi anche: Valtur
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