Ultimo aggiornamento alle 08:35
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Onda Veratour: +13%
“Perché non abbiamo
partecipato
all’asta per Valtur”

di Remo Vangelista

L’asta per Valtur si è chiusa con una sorpresa. Veratour ha infatti deciso di non partecipare alla gara per l’acquisizione del brand. Una decisione a sorpresa, visto che la società della famiglia Pompili veniva data da molti come sicura vincitrice. Sembrava tutto pronto (consegna della busta inclusa) e invece “all’ultima curva” si è deciso di lasciar perdere.

Questa intervista di Match Point con il d.g. di Veratour Stefano Pompili (nella foto) parte da questa notizia, per affrontare poi il tema dello strapotere Alpitour e i risultati economici del primo semestre che anticipano “una chiusura di esercizio vicina a 225 milioni di euro”.

Pompili, partiamo dalla gara per Valtur?
Per qualche tempo abbiamo accarezzato l’idea di entrare in partita. Parliamo di un brand capace ancora di attrarre interessi e per questo si è pensato di fare un’offerta.

Cosa è successo negli ultimi giorni?
Abbiamo effettuato le ultime valutazioni finanziarie e di impatto sulla nostra attività e si è deciso di fare marcia indietro.

Lo dice con un velo di dispiacere, ma fare riprendere il brand richiedeva forse pesanti investimenti di marketing con la certezza di stare fermi per quasi tutto il 2018. Troppo anche per chi ha i conti in salute…

Intanto i primi sei mesi dell’esercizio mostrano indicatori in crescita.
I ricavi dei primi sei mesi evidenziano una crescita del 13% rispetto al 2017. Siamo a pari perimetro e senza grandi novità di prodotto. Le proiezioni per fine esercizio indicano un risultato molto vicino a 225 milioni.

Malgrado lo strapotere di Alpitour?
Abbiamo mission diverse. Non ci sentiamo schiacciati dall’avanzata di Alpi. Adesso c’è spazio per tutti e la risposta del mercato lo dimostra. Direi che abbiamo anche prodotti diversi e comunque i rapporti sono ottimi.

Difficile fare sbilanciare il direttore generale di Veratour. Ma in tema di villaggi lo stesso Alpitour potrebbe servirsi del marchio Valtur (se vince la gara) per cercare di rosicchiare spazio al villaggista della Capitale.

Si aspettava una ripresa così robusta del Mar Rosso?
Arriviamo da stagioni complesse. Però adesso la ripresa mi pare più strutturata. Per noi questa meta sta tornando prepotentemente e abbiamo previsto una chiusura d’anno a 26 milioni di euro. Mi piace segnalare anche la ripresina della Tunisia con 3mila500 passeggeri e quasi 5 milioni di euro di ricavi per il 2018.

Basteranno a bilanciare la crisi di Cuba e Spagna?
Sono due mete con problematiche diverse. Inutile nascondere che l’aumento dei contratti in Spagna sta penalizzando il cliente finale che si sposta su altre destinazioni. Comunque, abbiamo linee di business che viaggiano a doppia cifra e questo ci rende tranquilli.

Cuba?
Parliamo di aspettative forse troppo elevate. Tra il 2014 e il 2016 siamo cresciuti tutti, poi nel 2017 c’è stato uno stop soft, per arrivare infine ai problemi di quest’anno. Su Cayo Largo abbiamo effettuato anche un'operazione congiunta con Eden e Alpitour per ottimizzare i costi, servirà per qualche mese. In ogni caso, su Cuba paghiamo anche un livello di servizi non elevato e questo sta pesando nelle scelte dei consumatori.

Torniamo al caso Valtur. Non crede che l’epilogo finale getti un’ombra sull’intera industria?
Purtroppo il settore ha subito l’ennesimo colpo negativo che mostra, in parte, la debolezza della filiera. Bisogna conoscere le regole del gioco e cercare di stare dentro il campo, perché se ben gestito questo campo può dare soddisfazioni.

In queste stagioni segnate da investitori stranieri e fondi ad alta liquidità voi avete alzato le barricate…
In realtà ci sono stati interessi per Veratour, ma non abbiamo mai aperto alcuna trattativa. Al momento stiamo bene così. Gli indici di crescita sostengono la nostra linea industriale e per il momento la nostra famiglia non ha alcuna intenzione di passare la mano.

Ultima cosa. La prossima stagione ci sarà ancora tanta Veratour in tv e sui campi da calcio?
Il contratto di sponsorizzazione con l’Atalanta si è chiuso con soddisfazione il 30 giugno e ora pensiamo anche ad altri sport, come basket o pallavolo. Poi sarà la volta di definire una campagna televisiva importante per dare impulso alla forza del brand Veratour.

Giusto per ribadire che l’acquisizione del marchio Valtur è stato solo un pensiero, perché tra i villaggisti Pompili si sente di partire sempre in prima fila…

Twitter@removangelista

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