Sarà un anno sicuramente da ricordare il 2018 del Gruppo Barceló. Con un finale ancora tutto da scrivere e un ruolo da protagonista nella scena della cronaca turistica sudeuropea.
Una lunga parabola partita con l’intenzione di formare il maxi polo latino del tour operating in grado di andare a combattere ad armi (quasi) pari con soggetti del calibro di Tui o Thomas Cook: per arrivare a questo risultato a inizio anno il gruppo aveva messo nel mirino Eden Travel Group.
Piano Eden
Il tour operator di Nardo Filippetti è stato a un passo da finire nell’orbita di Barceló attraverso la divisione travel, Ávoris, già protagonista di uno shopping in Portogallo. Non solo. Per supportare il piano era anche tutto pronto per l’arrivo sulla Penisola anche della compagnia charter controllata, Evelop, che aveva già sondato il terreno e preparato addirittura il recruiting per potere decollare.
Il blitz di Alpitour
Le cronache del tempo narrano che mancassero praticamente solo più i dettagli finali per chiudere la pratica, con l’offerta ormai sul tavolo. Poi la zampata improvvisa di Alpitour, con il blitz a sorpresa che ha portato sì alla creazione del maxipolo, ma tutto in salsa italiana. Barceló avrebbe provato ancora a inserirsi nell’operazione di cessione delle quote Wise & Hirsch in Alpitour; ma anche in questo caso ha prevalso la soluzione tutta italiana di Tamburi Investment Partners.
Il cambio di rotta
Sfumato l’affare, sul tema e sull’interesse della Spagna per l’Italia è sceso un improvviso silenzio, durante il quale sembrerebbe che qualcosa sia cambiato nei piani di Barceló. Tanto che le cronache provenienti dalla Penisola Iberica ci raccontano di nuove ipotesi, ovvero della possibile uscita di scena del Gruppo dal business del tour operating e comunque della riduzione dell’impegno a favore del core alberghiero. Tra conferme e smentite, l’ultimo tassello racconta dell’affidamento a Lazard dell’incarico per la ricerca di fondi o investitori interessati ad Ávoris. Il capitolo ancora da scrivere.
