Ultimo aggiornamento alle 10:53
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Bonomi, Valtur e quell'oggetto del desiderio chiamato Tanka

Era stato il primo biglietto da visita portato da Andrea Bonomi in concomitanza con l’acquisizione di Valtur da Franjo Ljuljdjuraj: il Tanka Village. Una dote importante con il quale l’imprenditore aveva voluto mettere in chiaro con un segno concreto che le intenzioni della Investindustrial per Valtur erano molto serie.

Del resto il Tanka aveva (ha) tutte le carte in regola per fare la differenza all’interno del portfolio di un tour operator. A partire dalla dislocazione, in una posizione spettacolare sulla spiaggia di Villasimius. Un nome, un brand molto forte anche all’estero, con circa il 50 per cento della clientela in arrivo da tutto il mondo. E poi le potenzialità altissime derivante dalle oltre 900 camere e suite. E un'ampia clentela vip.

I competitor
Non è un caso quindi che l’ingresso di Bonomi e di Valtur nella gestione del Tanka non sia stata una passeggiata, tutt’altro. Le cronache dell’epoca parlano di un lungo braccio di ferro con big del calibro di Club Med (ai quali aveva dovuto rinunciare l’anno prima sotto il peso dei rilanci di Fosun), Alpitour e in ultimo anche Nicolaus. Tutti pronti a rimettere in pista un villaggio in difficoltà ma con enormi potenzialità.

I piani
In 40 giorni Valtur lo riapre, è il giugno del 2016, e subito entra al centro della programmazione. Ma il grande salto arriva nel 2017, con una programmazione imponente e la creazione di una tensostruttura per allargarsi anche al Mice e allungare la stagionalità in maniera importante. Grandi obiettivi che oggi, con la risoluzione del contratto, svaniscono; probabilmente in maniera definitiva.

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