Ultimo aggiornamento alle 11:06
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La rivoluzione fiscale
Ecco cosa cambia

di Francesco Zucco

L'addio agli studi di settore nel fisco sembra ormai cosa certa. Dopo gli annunci dei giorni scorsi, mancherebbe solo da definire il 'quando'; per quanto riguarda il ‘come’, invece, sono già stati forniti numerosi dettagli, sia dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sia dal Sose, ovvero la società creata da Mef e Banca d’Italia proprio per la costruzione e la gestione degli studi di settore.

Ecco, dunque, i punti principali della rivoluzione fiscale che si prepara a coinvolgere tutti i settori produtti italiani

1 - Quanto sei affidabile? È, in sostanza, la rivoluzione principale. L’idea è di sostituire la ‘caccia’ al ricavo di congruità con un indice di affidabilità fiscale, che avrà una scala da 1 a 10

2 - Non solo ricavi. Gli indicatori di normalità economica diventeranno indicatori per il calcolo del livello di affidabilità. Non si terrà conto solo dei ricavi, amache del valore aggiunto e del reddito di impresa.

3 - 8 anni invece di 1. Per calcolare i ricavi presunti non si terrà conto dell’andamento del singolo anno, ma degli ultimi 8 anni.

4 - Niente correttivi. Come diretta conseguenza del punto precedente, non si renderanno più necessari i famosi correttivi (come quelli anticrisi), dal momento che il sistema terrà conto dell’andamento del settore in analisi.

5 - Meno dati da in inviare. Tra gli obiettivi del nuovo sistema, anche la semplificazione degli adempimenti, con una minore mole di dati da inoltrare al Fisco.

6 - Vantaggi per i contribuenti affidabili. I contribuenti più affidabili potranno godere di una serie di facilitazioni, come una corsia preferenziale per i rimborsi fiscali, l’esclusione da alcuni tipi di controlli e anche tempi di accertamento più brevi.

7 - Migliorare i rapporti con il Fisco. Tra gli obiettivi dell’operazione, anche la creazione di un miglior rapporto tra i contribuenti e l’Agenzia delle Entrate.

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