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L’estate nera
di Roma
Perché mancano
i turisti

di Cristina Peroglio

Il dato è di quelli da far impallidire: -20 per cento nei flussi turistici dell’estate. La doccia fredda, peraltro già nell’aria, è arrivata con gli ultimi numeri di Federalberghi Lazio: in un anno d’oro per il turismo italiano, Roma, centro nevralgico e motore anche dei flussi di visitatori della Penisola, è una delle poche destinazioni del Paese che non solo non è cresciuta, ma ha subito una battuta d’arresto senza precedenti.

Le cause di questa brusca frenata, dicono i tour operator internazionali, sono diverse. E non tutte faranno piacere al sistema turismo italiano.

L’ospitalità e la città
Primo imputato del calo delle presenze nella capitale è, infatti, il sistema dell’ospitalità. Che non vuole dire solo gli hotel, anche se nei commenti dei buyer non vengono del tutto promossi, ma la città nel suo complesso. “I visitatori sono stufi di sentirsi male accolti – dice Gennaro Rotoli, executive director di Italy Luxury Tours negli Usa -. La mancanza di customer service del personale di alcuni hotel si sta rivoltando contro gli stessi alberghi”. Che, fra l’altro, aggiunge Anna Babloyan, manager di Art Cities Reisen “tengono prezzi troppo alti. A Roma è tutto caro: il cibo buono, i servizi, i transfer in pullman” e questo “spinge molti turisti a scegliere altre destinazioni” spiega Melissa De Vita, head of contracting Uk e Europe di JacTravel da Londra.  

Ma non è solo l’ospitalità ad essere nel mirino: “I nostri pax – dice Diane Ascenzi, responsabile di prodotto di Cit Tours in Canada – continuano a scegliere Roma come punto di partenza per le loro vacanze in Italia, ma si fermano per meno giorni. Da mettere sotto accusa è la tassa di soggiorno, che è davvero troppo alta”.  Come se non bastasse “molti americani – spiega Barbara Crawford, titolare di European Travel Advisors negli Usa – percepiscono che Roma sia ‘chiusa per ferie’ nei mesi di luglio e agosto, e quindi non la scelgono”. Senza contare che “i media internazionali – dice ancora Rotoli di Italy Luxury Tours – non hanno perso l’occasione di parlare della criminalità, delle rapine e dei problemi di ordine pubblico di Roma”.

Terrorismo e sicurezza
“La sensazione che dà l’Europa in questi ultimi mesi – racconta Vicky Chalkiadaki, contracts manager di Excite Holidays in Australia – non è buona, dopo gli attacchi terroristici. E anche Roma patisce di questo: l’aumento delle misure di sicurezza introno ai siti turistici, purtroppo, aumenta anche la paura dei visitatori”. Il tema della sicurezza occupa uno spazio fra i motivi di decrescita dei flussi turistici in città, anche se non sembra essere il principale. La stessa Chalkiadaki conferma che, nonostante la paura, i loro numeri su Roma sono in crescita.

Chi invece sembra essere più sensibile alla questione sono i clienti di Vacanze In, in Norvegia: “Abbiamo registrato un calo del 10-15 per cento su tutta Europa – conferma Andrèa Bonomi, product manager del t.o. – e Roma, pur non essendo stata colpita direttamente ha avuto un riscontro negativo da questi fatti”.  

Accanto alla paura del terrorismo, in America si aggiungono anche le elezioni: “È un anno di elezioni da noi – spiega Crawford di European Travel Advisors - e questo spinge gli americani a viaggiare meno, oltre, naturalmente, alla paura di attacchi terroristici in Europa”.

Tutta colpa del Vaticano
A conferma di un allarme lanciato in tempi non sospetti da Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, l’anno santo della Misericordia voluto da Papa Francesco non ha aiutato i flussi turistici. “Tradizionalmente durante l’anno santo Roma diventa troppo affollata e difficile da girare – spiega Leo Locke, titolare di Donna Franca Tours a Boston – e questa percezione ha fatto spostare altrove una parte del traffico turistico”. Stesso pensiero quello di Anja Habersetzer, responsabile prodotto per Studiosus in Germania: “Roma è la nostra top destination, ma nel 2016, con l’anno santo, abbiamo meno richieste. La gente evita il caos, teme le migliaia di pellegrini, le code… abbiamo sempre molti meno clienti in destinazioni che ospitano un ‘mega evento”.

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