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Match Point Debellini
La scalata di Th Resorts

di Remo Vangelista

“Siamo silenziosi, ma capaci”. Graziano Debellini, presidente di Th Resorts, descrive così la sua società turistica che “piace anche a banche e fondi, perché siamo credibili”.

Debellini, figlio del Polesine, sposato con tre figli è un uomo di riferimento del Nordest, grande amico di don Giussani ed ex amministratore delegato e direttore editoriale della società Edit, che possedeva anche il settimanale 'Il Sabato'.

Nel turismo è entrato in alta quota, con la gestione di un rifugio sull’Adamello.
Oggi con la sua Th Resort vuole “svecchiare” il mercato del ricettivo e intanto muove i primi passi anche nel tour operating, perché “Markando crescerà ancora. Vedrà presto”.

Debellini parla lentamente, ma su alcuni punti alza di poco il tono della voce, vuole puntualizzare, chiarire.

Un appuntamento di Match Point che porta alla ribalta un personaggio dal passato importante (alla fine degli anni Ottanta ha guidato anche Compagnia delle Opere) con una grande voglia di fare l’imprenditore turistico ad ampio raggio.

Presidente, nei giorni scorsi ha detto che Th Resorts si prepara per il grande balzo?
Oggi abbiamo un consolidato che vale 40 milioni di euro e alla fine del 2018 contiamo di raggiungere 70 milioni.

Allora servirà un nuovo esercito di strutture per fare certi numeri.
Contiamo di fare entrare nel gruppo altre 5-6 strutture e poi ci piacerebbe aprire un ponte verso l’estero con il nostro tour operator Markando.

A proposito di Markando. Crescita difficile?
Per niente, sono soddisfatto. Arriveremo presto a 10 milioni di ricavi e stiamo facendo una bella attività commerciale per sostenere lo sviluppo. Investiamo sui social e non perdiamo di vista le agenzie di viaggi con i nostri roadshow. Insomma, è un brand in forte movimento che nel giro di qualche anno dirà la sua. Guardi che quel mercato non è cambiato molto…

Spieghi meglio.
I fatturati dei tour operator hanno fatto un balzo indietro nel corso delle ultime stagioni, subendo crisi economica e destinazioni quasi azzerate. Noi siamo pronti a investire su Markando e contiamo di guadagnare spazi e passeggeri.

Torniamo a Th Resorts. Lo sviluppo sarà solo in campo gestionale o pensa di acquisire immobili?
Siamo una compagnia di gestione, anche anche se negli ultimi anni siamo entrati in alcune operazioni immobiliari con quote di minoranza tra il 10 e il 25 per cento.

Ma la disponibilità a valutare la parte immobiliare pare chiara, anche se i prezzi in giro sembrano ancora alti.

Estate strana, non crede? Prima manca il prodotto, poi a maggio le vendite in agenzia si arrestano. Che succede?
Io invece sto seguendo un’evoluzione interessante del settore. Per esempio, l’ingresso nel nostro mondo di un imprenditore come Bonomi (nuovo proprietario di Valtur ndr) deve essere visto con grande attenzione. Porterà movimento e occupazione. Comunque le nostre strutture mare registrano crescite del 10 per cento. Ma l’Italia turistica in generale deve rinnovarsi, altrimenti si rischia di perdere quote.

È vero che vuole creare un polo per aggregare realtà del mondo ricettivo?
Stiamo facendo le opportune valutazioni, ma l’aggregazione con altri gruppi ci permetterebbe anche di avere un impatto più forte nell’intera rete commerciale. E poi nutro grande fiducia nelle prossime mosse di Aldo Mazzocco, che da inizio 2016 guida l’area Real Estate di Cdp.

La sua capacità relazionale emerge durante l’intervista. Non è solo questione di conoscere uomini e spifferi del Nordest, perché si sente l’esperienza anche in campo immobiliare…

Oggi avete in portafoglio 23 strutture con una forte presenza montana. La prossima campagna acquisti guarderà oltre frontiera? Dove?
Valutiamo investimenti, sempre come gestione Th Resorts, in Kenya, Tanzania e Madagascar. Ci siamo fermati qualche tempo fa, in attesa di capire la situazione di alcune aree. Ma siamo pronti a compiere le prime mosse.

Intanto a fine 2016 presenterà un nuovo progetto con un partner immobiliare. Si torna a parlare del rilancio di Venezia…

Società solida e stimata. A questo punto potrebbe arrivare anche un socio di peso?
Siamo pronti (e sorride divertito ndr) a discutere con un partner in grado di raddoppiare il fatturato. Non abbiamo alcuna paura, ma intendiamo conservare l’identità e la qualità.

Il giusto ponte per andare a Piazza Affari?
Non escludo la quotazione in Borsa, perché siamo un’azienda dinamica in un settore in forte trasformazione. Quando raggiungeremo la soglia dei 100 milioni di fatturato apriremo il dossier per Piazza Affari.

Intanto si riconferma l’alleanza con Touring Club che da qualche tempo valuta nuovi progetti…

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