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Distribuzione e incoming, addio ai piccoli: scatta l’ora dei big

di Francesco Zucco

Se il turismo in Italia è spesso stato accusato di essere frantumato in migliaia di piccoli player, il mondo dell’incoming è sempre stato il regno della polverizzazione estrema. Una galassia di piccole imprese che, in ordine sparso, operavano (e operano ancora) sul territorio nazionale, senza mai uscire dal recinto delle Pmi.

Almeno, così è stato fino a qualche tempo fa. Perché ora anche i big player sono scesi in campo, mettendo sul piatto fior di investimenti per attrarre in Italia la clientela estera.

Sicuramente, il momento è propizio: la rosa dei competitor dell’Italia, sul fronte turistico, almeno per il momento si è drasticamente ridotta. La parte Sud del Mediterraneo è ormai un’incognita, e il Nord del Mare Nostrum non può che esserne avvantaggiato.

Ecco così arrivare i progetti dei grandi nomi del turismo e non solo: Fabio Cannavale con la sua Lastminute.com ha trovato un partner come Intesa Sanpaolo per lanciare la sua piattaforma di prenotazione inbound, Destination Italia.

Ma anche Luca Patanè, pochi mesi fa, ha raccolto quanto seminato durante l’esperienza di Expo, creando una joint venture con Uvet per portare fino a 500mila turisti cinesi in Italia.

Non vuole essere da meno Andrea Bonomi che, dopo essersi portato a casa tanto Valtur quanto l’ambito Tanka Village, ora pensa soprattutto ai flussi internazionali.

All’elenco si aggiunge Alpitour, il cui presidente e amministratore delegato Gabriele Burgio ha confessato, solo qualche settimana fa, che l’immagine di Alpitour sta cambiando. E che l’incoming sta giocando un ruolo fondamentale in questo.

Dalla finanza all’imprenditoria, la carrellata di big player dimostra come l’incoming non sia più solo un terreno per piccole squadre. Ora arrivano le teste di serie.

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