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Da Germanwings
a Parigi
Come cambia
il settore

di Francesco Zucco

Se c’è un tema che, negli ultimi mesi, è emerso in maniera inequivocabile nel mondo del turismo è quello della sicurezza. Il 2015, partito con l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi, si è tristemente concluso con i fatti del Bataclan, sempre nella capitale francese. In mezzo, l’attentato al museo del Bardo e, non ultimo, l’aereo Germanwings che ha concluso il suo tragico volo sulle montagne francesi.

Tirando le somme dell’anno, voltare la testa dall’altra parte sarebbe semplicemente controproducente. Nessun cliente e nessun viaggiatore è rimasto all’oscuro di quanto è accaduto a pochi chilometri dall’Italia. La situazione, in un modo o nell’altro, va affrontata.

Le ricadute sull’industria
Anche perché tutto quanto avvenuto negli ultimi tempi ha avuto effetti immediati sui viaggi e sulle vacanze: anche tralasciando le conseguenze sulla propensione all’acquisto (l’alta stagione sarà il vero banco di prova), le ricadute sul modo di viaggiare sono state praticamente immediate.

Se Charlie Hebdo aveva lanciato alcune avvisagle e il Museo del Bardo aveva imposto una riflessione su quali sarebbero state le mete su cui puntare in futuro, il Bataclan ha dato una stretta sui controlli. Modifiche a Schengen, nuove normative, verifiche più stringenti, accelerata sul nuovo Pnr. Aeroporti e compagnie aeree, in tutto questo, sono sicuramente in prima fila, ma i provvedimenti messi in atto non risparmiano sicuramente agenzie di viaggi, tour operator e, perché no, alberghi.

Quanto avvenuto negli scorsi mesi ha coinvolto, volenti o nolenti, tutta la filiera del turismo. Da coloro che si sono trovati a dover rivedere le proprie procedure (scali e vettori) fino ai soggetti che, trattando con il cliente finale, sono stati costretti (e lo sono ancora) a fornire rassicurazioni, chiarimenti e precisazioni ai viaggiatori.

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