Quando il fisco ti prende di mira la vita si complica. Fouad Hassoun, presidente di Phone&Go, lo va dicendo da qualche giorno per spiegare le dichiarazioni apparse nei giorni scorsi su 'Il Tirreno'. Sono giornate difficili tra telefonate di agenzie che vogliono rassicurazioni sullo stato di salute dell’operatore e la lenta ripresa del mercato turistico.
Fouad vuole spiegare la situazione e telefona a TTG Italia per dire che: “Siamo una società solida, sia chiaro”.
Le preoccupazioni del mercato si sono fatte sentire?
Da quando siamo nati sento dire che siamo in crisi. Direi l’esatto contrario, visto che nel 2014 siamo cresciuti come ricavi.
Spieghi meglio.
Dunque, nel 2014 abbiamo chiuso i conti con un giro d’affari di 72 milioni di euro contro i 60 milioni del 2013.
Una crescita sana?
Abbiamo ottenuto 2,5 milioni di utili prima delle tasse e oneri finanziari. Malgrado certe cose.
Sta parlando delle visite del fisco?
Siamo la terza azienda di Pistoia per giro d’affari e per questo siamo sempre sotto la lente d’ingrandimento. Adesso però esagerano con le visite. È difficile lavorare in Italia.
Pensa di delocalizzare?
Assolutamente no. Phone&Go resta in Italia.
Parliamo degli esodi incentivati a Pistoia?
Niente di strano, ho parlato con i dipendenti per spiegare la situazione. Abbiamo un nuovo gestionale e siamo stati costretti a ottimizzare i costi aziendali.
La crisi si fa sentire?
Come tutti i tour operator abbiamo visto calare i volumi negli ultimi 4 anni per una serie di motivi, come la primavera araba e la recessione economica. Nel 2014 però abbiamo invertito la tendenza negativa.
Stufo, disamorato del tour operating?
Per niente. Abbiamo fatto sacrifici e ora ci troviamo schiacciati dal fisco e da una fase non positiva del settore. Però non molliamo e vogliamo riprendere a crescere.
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