C’è una parola che probabilmente il 90 per cento (almeno) dei milioni e milioni di passeggeri che solcano ogni giorno i pavimenti degli aeroporti non conoscono: slot.
Curioso e paradossale che un elemento così fondamentale del sistema del trasporto aereo, quello che in qualche modo regola e, alle volte, limita tutto l’intrico di partenze e arrivi delle compagnie in ogni singolo aeroporto o in ogni singola rotta sia tanto oscuro.
Non entro nel dettaglio, rischierei solo di scrivere degli strafalcioni, ma ricordo solo quanto si è parlato per anni di slot legati alla rotta Linate-Fiumicino e il monopolio di Alitalia e tutti arrabbiati epoi la sentenza e poi l’arrivo di easyJet e ora non se ne parla più. Ma quanti tra i milioni e milioni di viaggiatori se ne sono interessati?
A New York vogliono correre ai ripari. Con una legge ormai in dirittura d’arrivo. Non potrà coinvolgere Newark, è in New Jersey, fuori giurisdizione, ma il Jfk e il La Guardia sì. Tra poco slot libere e ben visibili, a tutti. Anzi, da usare in abbondanza. Come dite? Slot liberi, al maschile? No, perché?
Entro breve il Jfk e il La Guardia saranno invasi da slot… machine. Come a Las Vegas. Solo nell’area partenze (chissà perché, a Las Vegas sono molto più lungimiranti). Fidatevi, sarà un successo. E rassegnatevi: noi qui in Italia continueremo a dovere andare al bar o dal tabaccaio.
Meglio così, con i danni che stanno facendo (le slot, ovviamente).