Ultimo aggiornamento alle 09:06

Torre di Controllo

Lino Vuotto, giornalista di TTG Italia
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L'altro Fiorello

A questo punto tempo pochi anni e l’aeroporto La Guardia di New York non ci sarà più. No, sia chiaro, non lo chiudono, non se lo possono permettere i newyorchesi con tutto quel traffico che hanno. Ma sarà un'altra cosa, perché per lo storico aeroporto cittadino, aperto nel 1939, è arrivato il momento di diventare ‘moderno’.

L’iter è partito ufficialmente: 3,6 miliardi di dollari di investimento, due terzi dei quali per rifare da capo il terminal centrale. Come dire: signori, si cambia! Chi ha idee e progetti si faccia avanti, nel 2014 si inizia. Non c’è tempo e spazio per i rimpianti, il passato diventerà storia.

Negli Stati Uniti, e a New York in particolare, è così, c’è poco da fare. Del resto lo si è visto con l’11 Settembre. Tempo due anni e la città era più splendente e accogliente di prima. Il segreto? Guardare avanti senza dimenticare. L’aeroporto La Guardia è ormai poco funzionale a questo Duemila in elevato stato di avanzamento? E allora è arrivata l’ora di mettere mano al portafogli, scegliere il progetto giusto e rifare da zero tutto quello che serve. È un aeroporto, non un monumento e deve essere funzionale e utile a tutto e tutti. Punto.

Del resto questa mentalità è stata la stessa che lo ha fatto nascere, proprio per volere di uno dei sindaci storici della città, Fiorello La Guardia appunto. Uno di quei sindaci che hanno lasciato il segno e che hanno dato una delle tante svolte alla città. Era il 1937 e La Guardia atterra su un volo Twa al Newark, l’unico scalo adibito a voli di linea. Il sindaco di origini pugliesi (Cerignola) ha un moto di rabbia: qui non siamo a New York (stiamo parlando del ‘37). Per favore fatemi atterrare nella mia città. Viene accontentato con il Floyd Bennet, unica pista esistente nel territorio cittadino. Atterra e fa conferenza stampa: qui costruiremo l’aeroporto di New York. American Airlines si unisce al progetto, ma il luogo non è proprio adatto. Si decide allora di spostarsi nel Queens a Long Island vicino all’ormai completato Queens-Midtown Tunnel che unisce a Manhattan. Decolla il North Beach Airport, ingresso a pagamento per chi vuole solo vedere gli aerei decollare e atterrare (subito occhio al business, siamo negli States...), dal 1947 La Guardia Airport.

Il La Guardia è l’aeroporto della Grande Mela meno conosciuto dagli italiani, ma il più amato dagli italoamericani. Nessun aereo decolla per l’Italia e atterra qui da Roma o Milano: non è adibito per i voli sull’Europa. Ma porta il nome del sindaco italoamericano capace di affrancare i paesani dal triplo bollino mafia-pizza-mandolino. È stato un grande della città e motivo di orgoglio per chi cercava fortuna nella Grande Mela.

Ci sono stato una volta sola all’aeroporto La Guardia e ne ricordo l’atmosfera d’altri tempi, mi sembrava di essere tornato indietro di 40-50 anni. Era il 2008. Mio zio, nell’accompagnarmi, volle fare il giro largo passando dal Bronx per farmi vedere una cosa: al termine di uno scollinamento ecco uno stadio, in apparente smantellamento: “Vedi, è lo Yankee Stadium”. Naaaa, che emozione. Ma che fine sta facendo? “Niente, lo stanno rifacendo poco più in là, sarà pronto per il prossimo campionato”. Niente di più normale e l’ovvietà mi ha riportato alla mente la scena leggendo della ristrutturazione del La Guardia Airport. Per loro funziona così. Speriamo solo non gli cambino il nome.

Twitter @linovuotto

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