La corsa contro il tempo per eliminare il biglietto cartaceo, detto anche paperless ticket? Preistoria. I totem dedicati al self check in? Perlomeno passato prossimo, roba ormai da ragazzi.
Il futuro negli aeroporti ha cambiato nome e si chiama virtual agent, virtual hostess, magari Avatar. Comunque sia pura immagine e (poca) sostanza, quasi un giochino tecnologico per rendere più attraente la fornitura di informazioni ai viaggiatori con l'idea di personalizzarli. Da New York a Madrid, da Londra a Bologna (già anche Bologna, per una volta ci siamo anche noi italiani in prima fila) è tutto un susseguirsi di esperimenti. Facciamo qualche esempio.
Nei tre aeroporti della Grande Mela (che non sono arrivati per primi e sono un po' infastiditi) il debutto è previsto a luglio con un investimento da 250mila euro e un esperimento da 6 mesi. Bella presenza al femminile, tanto per non venire meno allo stereotipo, potrà fornire informazioni a ciclo continuo ai passeggeri. Intuibile l'intenzione di risparmiare sul personale e di colpire la curiosità dei turisti.
A Madrid gli agenti virtuali potranno fornire ai viaggiatori circa 200 tipi differenti di informazioni, tutte riguardanti gli aspetti pratici e operativi legati alla compagnia. A Bologna ci aiuterà in italiano e inglese e sarà un agente virtuale a spiegarci come funziona il self check in. E chi ringrazieremo con una stretta di mano? Se avremo una domanda in più?
Lufthansa ha fiutato i dubbi dei meno virtuali e si prepara a lanciare a Francoforte dei totem ibridi. La hostess che vedremo sullo schermo e che ci darà informazioni sui biglietti, che stamperà l'assegnazione posto e che si prodigherà in varie altre attività sarà vera. Vera in schermo e ossa. Ma posizionata chissà dove. Magari a casa sua, vestita di tutto punto, ma pronta a uscire non appena finito il turno. E soprattutto potrà rispondere a ogni domanda. Forse noi poco virtuali possiamo accontentarci.