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Il potere delle app, una sfida per il marketing

Content is king, è il nuovo motto del marketing, e le aziende ne hanno fatto tesoro.

Oggi, come spiega Event Report, i contenuti di marketing affollano la rete, veicolati da una molteplicità di canali: social media, newletter, blog, video, infografiche, webinar, report e chi più ne ha più ne metta.

Nel 2012 il content marketing ha assorbito il 39% dei budget complessivi di marketing e comunicazione, e nel 2013 il 90% degli uffici marketing ha inserito la produzione e diffusione di contenuti nei propri piani strategici.

Il risultato, dice l’agenzia di marketing digitale Ion, è che il web è carico di contenuti che faticano a emergere: gli utenti, cioè i potenziali clienti e consumatori, sono sopraffatti dalla quantità di risorse disponibili e dai continui inviti dei brand a seguire i loro tweet, leggere i loro blog o guardare i loro video.

La sfida di marketing, a questo punto, non è più quella di generare sempre più contenuti che rischiano di passare inosservati, ma quella di renderli più coinvolgenti, interattivi e facilmente fruibili. In altre parole, la sfida è tradurre quel flusso ininterrotto di parole, immagini e video in esperienze digitali.

Lo strumento per trasformare contenuti statici in elementi dinamici, dice il white paper di Ion The case for marketing apps, sono le applicazioni di marketing: non solo quelle progettate per i dispositivi mobili, ma tutte le applicazioni web-based che offrono un'esperienza di interazione digitale.

Queste app, sostiene Ion, sono “utility” che valorizzano i contenuti trasformandoli in strumenti per “fare” qualcosa, offrendo agli utenti la possibilità di inserire informazioni per ottenere feedback o risultati personalizzati.

Le app possono prendere diverse forme: calcolatori, quiz, sondaggi, configuratori, tool di valutazione, concorsi, strumenti di conversione. La diffusione del mobile ha abituato gli utenti a interagire con i propri dispositivi e le applicazioni di marketing sfruttano questo trend.

Un esempio sono le app di autovalutazione, che testano la conoscenza dell’utente di un argomento specifico fornendogli poi un punteggio e consigli basati sulle sue risposte. Un altro sono i configuratori, che consentono di sperimentare diverse opzioni o versioni di un prodotto a seconda delle informazioni inserite dall’utente. O, ancora, gli strumenti di conversione, che propongono all’utente un percorso di scelte in base alle quali farlo arrivare a informazioni o soluzioni di brand per lui rilevanti.

I vantaggi delle applicazioni di marketing sono due: da un lato, nell’era della soglia minima di attenzione, della velocità e dell’overload di informazioni, rispondono all’esigenza di una fruizione dei contenuti rapida e immediata; dall’altro consentono di riutilizzare contenuti esistenti, semplicemente “convertendoli” in un formato più appetibile e dinamico.

L’esempio che propone Ion è quello di un proprio documento su come progettare le landing page: un capitolo del testo, che presentava 13 esempi di best practice nel design delle pagine, è stato trasformato in un’applicazione libera e gratuita che poneva agli utenti 13 domande sulle loro landing page. A seconda delle risposte, l’applicazione forniva un punteggio e suggerimenti per migliorare il design delle pagine. Gli utenti che lasciavano il proprio indirizzo di posta (il 10% di chi ha utilizzato l’app) ricevevano il feedback personalizzato via email in formato condivisibile. Con questa operazione, Ion ha ottenuto nuovi contatti e gli utenti (anche chi non si è registrato) hanno ottenuto contenuti informativi personalizzati. Un risultato win-win.

© Event Report – riproduzione consentita con credito e link alla fonte

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