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Quando i dipendenti raccontano il brand, via al programma Employee Activate

Lo ha verificato empiricamente LinkedIn: gli utenti del web sono più inclini a cliccare e interagire con i contenuti di brand se questi vengono condivisi sui social media da chi in azienda ci lavora, invece che dalle pagine istituzionali. Lo stesso identico contenuto viene cliccato il doppio delle volte se è postato dai dipendenti: quando è pubblicato dall’account aziendale, i clic si dimezzano.

Si chiama “employee advocacy”, ed è il fenomeno che, come spiega Event Report, vede le aziende mobilitare i dipendenti per fare loro raccontare le storie legate al brand attraverso i canali social personali, “sfruttandone” la voce per generare interazione con i potenziali clienti, influenzarli nei processi d’acquisto e accrescere la brand awareness.

Il processo deve però essere strutturato per portare risultati concreti. E a questo scopo la multinazionale della comunicazione Lewis lancia ora Employee Activate, un programma nato proprio per aiutare le imprese a organizzare la diffusione dei contenuti aziendali attraverso i dipendenti.

"I dipendenti possono influenzare le decisioni d'acquisto"
“I principali brand hanno capito che, attraverso le loro conversazioni, i dipendenti possono coinvolgere e influenzare a monte le decisioni d’acquisto” osserva Michael Brito, senior vice president di Lewis. “L’unico interrogativo è come organizzare questi strumenti in modo strategico”.

“Non è sufficiente che i dipendenti si limitino a condividere i contenuti di brand sui propri profili Facebook e LinkedIn - continua Brito -. Dal punto di vista del contenuto, è essenziale stimolarli a diventare storyteller e a creare un proprio piano di contenuti più naturale possibile, pur restando in linea con la narrativa più generale del brand”.

Leggi anche: brand, social network
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