Ultimo aggiornamento alle 13:06
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Google e diritto all'oblio, poche richieste dagli italiani

Nell’anno trascorso dalla sentenza della Corte di giustizia europea che obbliga i motori di ricerca, su richiesta dei cittadini interessati, a rimuovere dai risultati di ricerca le pagine web che contengono informazioni obsolete, irrilevanti o pregiudizievoli che li riguardano, Google ha ricevuto da tutta Europa 254mila richieste di cancellare 922mila link, ma ne ha effettivamente rimossi soltanto 320mila, con una percentuale di rifiuto che si attesta al 59 per cento.

I meno attenti alla propria reputazione online (o i meno insoddisfatti) sono stati gli italiani, che hanno inviato a Google solo 20mila richieste per rimuovere 66mila risultati di ricerca, ottenendo peraltro il più basso tasso di risposte positive, pari al 28 per cento.

All'opposto i più attivi nel monitorare la propria reputazione online, spiega Event Report, sono stati i francesi, che hanno inviato a Google più di 50mila richieste per eliminare 174mila risultati di ricerca, ricevendo soddisfazione nel 48 per cento dei casi. Dalla Germania le richieste sono state invece 43mila e riguardavano 164mila link, il 49% dei quali è stato effettivamente cancellato. I britannici hanno inviato 32mila richieste, chiedendo la rimozione di 126mila link e ottenendola nel 37,6% dei casi.

A livello europeo il sito che ha avuto più link rimossi è stato Facebook, le cui pagine sono scomparse da 6.800 risultati di ricerca; le domande di cancellazione link sono state fatte nel 59% dei casi per ragioni di privacy: gli altri motivi principali delle richieste sono la diffamazione, la tutela dell’immagine e l’appropriazione illecità di identità.

Alla luce dell’elevato tasso di rifiuti di Google, nei giorni scorsi un gruppo di ricercatori ha inviato al motore di ricerca una lettera aperta chiedendo maggiore trasparenza su quali sono i criteri in base ai quali una richiesta viene accolta o meno. In mancanza di direttive specifiche da parte della Corte europea, è infatti Google a stabilire in maniera arbitraria cosa cancellare e cosa no.

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