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Cristina Peroglio, giornalista di TTG Italia
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Elogio della bassa stagione

Io sono figlia delle vacanze Fiat.

Che voleva dire che il mare, poco, perché a papà non piaceva, lo vedevamo in piena, altissima stagione.

Il mare per chi vive a Torino e dintorni è poi solitamente uno solo. Quello della Liguria in cui si arriva comodi, la Liguria della Torino-Savona. Finale, Varigotti, Spotorno, Loano, Alassio, Borghetto Santo Spirito. Noli era già meta esotica. Le Cinque Terre non si sapevano collocare sulla cartina.

Il vago ricordo di un'infanzia passata fra file di ombrelloni e vicini di sdraio il cui orizzonte era una spiaggia caotica non mi ha mai fatto fremere per tornare. Poi a quel ricordo si sono aggiunti il caos dell'Aurelia impazzita nel traffico, lettini sudati, focaccerie con la coda fuori, baristi barbottoni. Il turistificio d'agosto in piena regola.

Insomma, non abbiatevene a male, amici liguri, ma di tornar da voi non avevo proprio desiderio.

Poi, complice, come ormai accade spesso, una figlia davanti a un libro di geografia, mi son trovata a progettare una passeggiata verso la Liguria. Per scoprire che, somara che sono, è bella davvero.

La scusa ufficiale è stata vedere le grotte di Toirano. Che alla mia memoria di bambina suonavano come nome e che non mi aspettavo fossero così belle.

Poche persone, una guida preparata, cortese, che senza fretta sapeva far ridere i bambini. Le delicate e luccicanti meraviglie del calcare, le colonne di pietra e i laghi sotterranei, le impronte dell'uomo di Cro magnon e dell'Ursus speleus ('Tranquilli ragazzi, andate pure avanti, l'orso si è estinto adesso' e giù risate). Un viaggio affascinante, di quelli che un po' ti spiace tornare in superficie.

Poi che si fa? Si va a Finalborgo, mai vista, mai neppure sentita. E dire che a Finale qualche settimana estiva l'ho passata. Ma dov'era nascosto questo borgo incantanto, con le strade lastricate e i negozianti pazienti e gentili, che ti chiamano 'gioia' e ti accompagnano se non trovi la strada? La scoperta del pesto ('Ma come lo fanno qui è troppo buono' dice la figlia. 'Ma va'?') e di gusti schietti nelle piccole trattorie nascoste fra le viuzze.

Ed esce il sole. Andiamo al mare.

Ombrelloni ancora chiusi, la lunga spiaggia di Finale punteggiata di persone mezzo marine mezzo no, pantaloni arrotolati, maniche corte e giubbotti buttati sul ghiaietto vicino alla battigia. Aria frizzante. Silenzio glorioso. Il castello che chiude lo spiaggione occhieggia in pieno sole.

Io forse resto qui, in questa Italia d'Aprile non ancora vestita a festa. L'Italia in bassa stagione.

twitter@cperoglio

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