Il mio primo viaggio all'estero me lo ricordo abbastanza bene.

Come per molti, è stato in Inghilterra, per imparare la lingua. Ero una bambina. E i ricordi sono quelli dei bambini.

Ricordo un mondo diverso, le prime libertà, la scoperta di cibi e gusti diversi. Essendo in Inghilterra (non se ne abbiano a male i lettori Uk), la scoperta dei gusti non è stata particolarmente entusiasmante.

Ma la delusione più feroce, ricordo, è stato il gelato.

Una roba spumosa bianca, al massimo bianca e rosa, senza consistenza e quasi senza gusto. Si era in epoca pre Magnum, per capirci. Il secolo scorso.
Insomma, era gelato quello?

Io ho un problema, con il gelato. Credo risieda nella mia infanzia. Il gelato, per piacermi, deve essere buono, buono davvero.

Fra i 4 mesi e i 3 anni di età, io ho avuto una tata, che badava a me tutto il giorno. La mia tata, prima di far quello, aveva fatto la gelataia. Ecco, secondo me, dipende da quello.

Così, per tornare al gelato, il mio primo viaggio all'estero mi ha fatto scoprire che il gelato italiano è un'altra cosa.

Per cui, quando mi è capitata davanti al naso la notizia dell'Italia Gelato Tour, ho dovuto raccontarvela. Dal 17 maggio prossimo e fino al 23 giugno i gelatieri italiani saranno in giro per le piazze storiche di Firenze, Milano, Torino e Roma a preparare coni e coppette, multigusto e multicolore. L'idea è quella di valorizzare questo prodotto tipico, anche per gli italiani.

Io mi auguro che ci siano in piazza i carrettini, quelli con la bicicletta attaccata e il gelataio che fischietta. Perché anche chi non ha conosciuto quel gelato lì, possa sapere cos'è uscire da scuola e trovarselo davanti. Il gelato comprato così aveva già un po' il gusto di vacanza.

Per me, un cono crema/limone, grazie! (inorridite pure per l'accostamento. Lo fanno tutti. Ma a me il gelato italiano piace così).

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