Ultimo aggiornamento alle 10:20

Lady Globetrotter

Pamela McCourt Francescone, Giornalista giramondo
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Ammutinamento e passione

Non capita tutti i giorni di assistere a un tentativo di ammutinamento a bordo un volo di linea come mi è capitato all'aeroporto di Bogotà. Risalendo a bordo, dopo una breve sosta in transito nella capitale colombiana, mi hanno fatto sedere in business class per l'ultimo tratto di 50 minuti fino a Cartagena de las Indias.

Venti minuti fermi sulla pista con le porte chiuse e poi l'annuncio che a bordo c'era la valigia di un passeggero che non si era imbarcato. Altri 20 minuti e arriva l'annuncio che il passeggero mancante è sospettato di essere un trafficante di droga. Ancora 20 minuti e l'ennesimo annuncio ci avverte che dovremo armarci di pazienza perché c'era ancora da individuare e scaricare il bagaglio del passeggero sospetto, e in classe economica si scatena un putiferio, con le assistenti di volo che richiamavano all'ordine.

Poi si apre la porta della cabina di pilotaggio e esce il comandante. Avete presente un armadio? Giovane, avrà avuto meno di 40 anni, ma proprio un armadio, perchè per passare lungo la corsia doveva girarsi di 45 gradi. Senza guardare in faccia a nessuno, e senza aprire bocca, fa avanti e dietro due o tre volte, mentre le hostess continuavano a urlare ai passeggeri nella classe economica di sedersi per essere contati. Al suo ultimo passaggio chiedo timidamente: "Todo bien, Comandante?" E lui, con uno sguardo laconico, "Mas o menos, Señora". Di tanto in tanto le hostess tornavano in business per prendere fiato e dirci che noi eravamo bravi ed educati perché eravamo tutti seduti, ma che dietro c'era "la revolución!". Infatti i passeggeri erano tutti in piedi e c'era chi aveva già preso il bagaglio in mano ed era pronto a scendere. Siamo decollati dopo tre ore… senza aver contato i passeggeri e con le hostess stremate e in lacrime.

E sul telegiornale della sera la notizia che un trafficante di droga che stava per imbarcarsi su un volo per Madrid era stato arrestato perché trovato con una grande quantità di eroina nel sottofondo della sua valigia. Una storia divertente da raccontare quella sera a cena nell'elegante Sofitel Santa Clara, in compagnia di Jaime il fratello di Gabriel Garcia Márques. Eh sì, proprio come nei romanzi del grande scrittore colombiano recentemente scomparso, Colombia es pasión.

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